
Da diversi giorni alcuni malati di Sla sardi hanno cessato lo sciopero della fame che avevano avviato, dopo le rassicurazioni del governo sulla presa in carico delle loro richieste e dopo che l`assessorato regionale alla Sanità dell`isola si è detto favorevole a trovare modalità di intervento per sostenere le famiglie con malati di Sla in casa. Nonostante ciò c`è chi ha deciso di cavalcare la vicenda e far partire uno sciopero della fame nazionale a sostegno delle ragioni dei malati. Tra i primi ci sono cinque parlamentari di vari schieramenti e altri hanno annunciato di volersi aggiungere, come Livia Turco; inoltre oggi a Roma ci sarà un presidio dei radicali in concomitanza con la Conferenza Stato-Regioni. Alcuni hanno capito che da questa vicenda forse si può guadagnare visibilità, sulla pelle dei malati. Non la pensa così l`Associazione dei malati di Sla sardi che riafferma la sua «non colorazione politica» e che non «si lascia strumentalizzare dagli opposti schieramenti. Ribadisce - si legge in una nota - la propria volontà e disponibilità nel portare avanti una proficua collaborazione con le istituzioni di ogni livello e con la sensibilizzazione dell`opinione pubblica vuol contribuire a migliorare la qualità dell`assistenza e della vita degli ammalati di sclerosi laterale amiotrofica e dei loro familiari. Aisla Sardegna si rifiuta di collaborare e lavorare in un clima di caccia alle streghe e di falsità demagogica e chiede che si smetta di strumentalizzare e speculare sulla vita e sulla sofferenza delle famiglie e dei nostri ammalati». C `è però chi dissente su come si sia giunti agli interventi del Governo e della Regione. E’ Salvatore Usala, il primo dei malati Sia a scioperare, che dal suo letto ha comunque rivendicato la bontà del suo agire. «Nessuno ha mai criticato le linee guida che sono vigenti in Sardegna, solo sulla carta - ha detto -. Ma se sono entrate nel dibattito nazionale è merito dello sciopero, il lavoro prezioso era arenato e aveva bisogno di una spinta, oggi l`assessore sa ed è cosciente che deve dare risposte Tutti siamo liberi di adottare il sistema che riteniamo più opportuno per ottenere ascolto dagli amministratori e dal governo. Aisla ha un sistema concertativo che non condivido, noi siamo malati e vogliamo risposte subito». Anche Usala ha comunque interrotto lo sciopero della fame.
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