
La morte di Sher Khan, dopo vent`anni di residenza in Italia, a causa delle leggi proibizioniste sull`immigrazione, è il tragico simbolo di come in Italia la nostra vita da immigrati in attesa del permesso di soggiorno sia una vita da reclusi. A seconda dei momenti, siamo imprigionati nei Cie, realmente, o siamo in libertà vigilata, in balia della possibile revoca del permesso di soggiorno o della sua non ottenibilità. Questa condizione è diventata addirittura reato: siamo passati alla discriminazione razziale diretta. Prendendo atto dell`attuale maggioranza parlamentare, non sembra esserci alcuna possibilità di raggiungere questo obbiettivo, nonostante siano già stati depositati diversi disegni di legge per l`allargamento della sanatoria, oltre a colf e "badanti". Abbiamo deciso perciò di non fermarci ad attendere tempi migliori ed è nata la nostra campagna nonviolenta per affermare il principio di legalità sui tempi per i permessi di soggiorno. Con l`approvazione del pacchetto sicurezza, le procedure burocratiche sono diventate ancora più pesanti. Per il rinnovo annuale, infatti, si aspetta fino a 8-15 mesi, nonostante il Testo unico sull`immigrazione preveda che "il permesso di soggiorno è rilasciato, rinnovato o convertito entro venti giorni dalla domanda". Sono oltre 500mila le persone in attesa del permesso di soggiorno; spesso il permesso arriva che è già scaduto. Nonostante le nuove procedure elettroniche in alcune città, l`arretrato è enorme e le questure non sanno come smaltirlo. Esistono diverse risorse di cui potrebbe avvalersi il governo e il ministro dell`Interno per risolvere questa urgenza umanitaria. La prima ce la suggerisce il questore di Pavia che, prendendo atto della situazione, ha deciso di prolungare la validità del permesso di soggiorno con un timbro. In questo modo, mentre si attendono i tempi della burocrazia, i richiedenti potranno, senza le difficoltà che conosciamo, richiedere un posto di lavoro, prendere la patente, iscrivere all`asilo i propri figli. Peraltro verso il governo si potrebbe introdurre la regola del silenzio-assenso. In Italia ormai si possono costruire ville e palazzi con il silenzio-assenso, ma questo non vale per i nostri regolari documenti. L`iniziativa nonviolenta andrà avanti ad oltranza per chi vorrà e a staffetta per gli altri, fino alla risposta delle istituzioni. Con me sono già più di 50 gli esponenti delle comunità d`immigrati di tutta Italia che in questi giorni si sono uniti allo sciopero della fame.
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