
07/09/10
L'Unità
Pur di non soccombere nel duello finale con Berlusconi, Gianfranco Fini è pronto ad abbandonare la sua predilezione per il maggioritario. Quella predilezione che, nel 1999, lo portò a promuovere con Segni un referendum abrogativo del 25% di proporzionale. Non è un caso che a Mirabello si sia ben guardato dall'andare oltre una generica critica al porcellum. Tradendo le attese di chi, i Radicali per esempio, si aspettava che anche lui (così come tanti esponenti di Futuro e libertà) aderisse all'appello per l'uninominale promosso dal senatore Pd Ichino. Non l'ha fatto, e non certo per ragioni di ruolo, ma di sopravvivenza.
Tutto si gioca attorno alle chances del terzo polo al quale Fini sta lavorando con Casini, Rutelli e Lombardo (su Montezemolo pesano ancora le resistenze dei potenziali alleati a riconoscergli la leadership). L'ex leader di An sa bene che se Bossi e Berlusconi riuscissero a portare il Paese al voto anticipato tra sei mesi, il terzo polo potrebbe al massimo svolgere un ruolo di interdizione rendendo problematica al Pdl, anche in caso di vittoria, la conquista della maggioranza al Senato. Non più di questo.
La prospettiva cambierebbe se invece ci fosse, per esempio, il sistema tedesco. Esiste una proposta di legge che va in questa direzione. È stata presentata da tempo dai rutelliani e prevede l'eliminazione del premio di maggioranza, e l'elezione di metà dei deputati col proporzionale (con reintroduzione delle preferenze) e l'altra metà in collegi uninominali. Venerdì scorso, mentre erano in corso le rispettive feste di partito, esponenti rutelliani e finiani si sono sentiti telefonicamente per ragionare su come conciliare questo sistema con la netta contrarietà di Fini alla possibilità di intese governative post-elettorali. La soluzione consisterebbe in "patti pre-elettorali" che consentano di individuare prima, attraverso un programma comune, la coalizione di governo che i diversi partiti, presentatisi separatamente, andrebbero a formare dopo il voto se la somma dei loro parlamentari eletti risultasse essere la maggioranza delle due Camere.
Gli emissari di Fini e Rutelli (giudicando molto positivamente le parole pronunciate in proposito dal segretario Pd Bersani)si sono detti d'accordo sulla necessità di coinvolgere nel dibattito l'intero arco delle forze d'opposizione.
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