
Schiaffi tra rivali-candidati sindaci a Palermo. Che violenza, tra il radicale Gaetano D'Amico e l'uomo del centrosinistra Fabrizio Ferrandelli, l'uno contro l'altro per la poltrona più alta del capoluogo siculo. Il fuoriprogramma - la mano che colpiva era quella del D'Amico - è avvenuto a un confronto-teatrino con l'Arcigay. Per calmare le acque è dovuta intervenire persino la Digos, poi impegnata ad allontanare il manesco che, non contento, si è pure buttato per terra per non farsi portare via (nei giorni scorsi aveva insultato al suo arrivo in città il leader piddino Massimo D'Alema).«Porgo l'altraguancia, Palermo ha bisogno di serenità e allentare i conflitti - ha reagito evangelicamente Ferrandelli - non è il primo schiaffo che ricevo, ce ne sono ben peggio di quelli fisici. Anche tradire le primarie è ricevere uno schiaffo». E ancora: «Noi andiamo avanti, nonostante le sberle». Un bel finale. Stoico.
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