
Il gasdotto South Stream, cui Eni partecipa, insieme a Gazprom, «non è in concorrenza con Nabucco», l'altro gasdotto che dovrebbe portare in Europa il gas da Azerbaigian, Turkmenistan e probabilmente Iraq. Lo ha sostenuto ieri l'a.d. del gruppo italiano, Paolo Scaroni, durante un'audizione all'Europarlamento.
Tuttavia l'a.d. ha sottolineato che Nabucco «non è un progetto solido, perché sviluppato da un consorzio di consumatori senza la partecipazione di alcun produttore di gas».
Quanto al conflitto in Libia, per Scaroni le conseguenze sono ancora sostenibili per l'approvvigionamento di idrocarburi, mentre la situazione diventerebbe «critica», se si creasse un'altra situazione come quella libica.
Non poteva mancare un commento al risultato del recente referendum in Italia. Con il voto contro il nucleare, «gli italiani hanno deciso di andare a tutto gas: bene, teniamone conto, facciamo in modo che il gas ci sia, che costi il meno possibile e che sia assicurato il suo approvvigionamento», ha sottolineato Scaroni, a margine del suo intervento.
In precedenza, rispondendo agli eurodeputati durante l'audizione, Scaroni aveva ribadito che le rinnovabili sono ancora troppo costose rispetto alle attuali fonti energetiche: il fotovoltaico italiano costa sei volte quello che costa l'energia termica, ma soprattutto ci sono problemi di intermittenza e di stoccaggio» dell'energia.
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