
16/11/10
Il Fatto Quotidiano
“È una cosa indegna avere una tv pubblica di questo tipo”. Questa è l’ultima esternazione di B. contro la Rai. Mi dispiace che un professionista come Mimun, che la tv pubblica la conosce bene, abbia messo a disposizione il Tg5 per sottolineare che la Rai realizza programmi "offensivi" (paura di finire come Mentana?). B. ha dato un’interpretazione errata alla presenza di Fini e Bersani a "Vieni via con me", dovuta, probabilmente, alle difficoltà che sta passando il suo governo. I due politici, invece, hanno dimostrato che si può andare in tv per pochi minuti e si può parlare dei valori della destra e della sinistra senza cadere nella propaganda. Il tema trattato, insieme a quello dell’Unità d’Italia, è presente in tutte le puntate. Ieri due politici, domani due intellettuali, poi due sindaci, infine due elettori: uno di destra e uno di sinistra. Accusare gli autori di "Vieni via con me"di fare una tv indegna, è indegno. Come mai nella prima puntata non c’è stato nessuno della maggioranza che abbia sollevato il "problema" Vendola? Nessun politico di destra si è offerto di sostituire il presidente della regione Puglia nell’elencazione degli insulti che la nostra società riserva ai gay. Luxuria, raccontando la sua breve esperienza parlamentare, ha più volte detto che gli omosessuali sui banchi della destra sono ben rappresentati. Un programma che ha come ospiti oltre a Fini e Bersani, Silvio Orlando, Cristiano De André, don Gallo, gli Avion Travel con Tony Servillo, Ligabue, Paolo Rossi, Antonio Albanese, Beppino Englaro, Gemmi Sufali, la maestra Flaviana Robbiati e Mina Welby, può non piacere ma va rispettato, indegno no. Sarò, come mi ha definito Sgarbi, "il ruffiano di Saviano", ma il suo monologo sulla storia d’amore tra Piergiorgio e Mina Welby, pur avendolo ascoltato tante volte durante le prove, mi ha emozionato e lo considero una testimonianza civile importantissima. "Io amo la vita presidente. Vita è donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude... Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche". La lettera che Welby ha mandato nel 2006 al presidente della Repubblica. Quello che Piergiorgio ha chiesto non è stata eutanasia ma la rinuncia all’accanimento terapeutico. Su Welby la retorica durante i suoi ultimi giorni ha dato il meglio di sé, come la Chiesa negandogli i funerali, dopo averli concedessi a dittatori come Franco e permettendo a un criminale come Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana, di essere seppellito all’interno della basilica di Sant’Apollinare a Roma. "Vieni via con me", alla fine, vuole essere solo un programma tv.
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