
Sono 65.917 le persone (63.029 uomini e 2.888 donne) detenute nelle celle dei 206 penitenziari italiane. Alle quali aggiungerne 10.655 ammesse a scontare la pena attraverso la misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, 877 in semilibertà, 10.241 in detenzione domiciliare. Altre 2.945 sottoposte a libertà vigilata, 191 tra libertà controllata e semidetenzione, 3.924 tra lavoro di pubblica utilità, lavoro all’esterno e sospensione condizionale della pena.
“Il carcere invisibile delle misure alternative e di sicurezza e di altre misure sostitutive della detenzione coinvolge dunque oggi oltre 28.800 persone che, sommate a quelle in carcere, porta ad avere complessivamente quasi 100mila detenuti in Italia. Se a questo aggiungiamo che mancano in organico oltre 6.500 poliziotti penitenziaria, si comprenderà perché da tempo il Sappe sostiene che la situazione è allarmante ed emergenziale”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
“È del tutto evidente” aggiunge “che scontare la pena fuori dal carcere, per coloro che hanno commesso reati di minore gravità, ha una fondamentale funzione anche sociale. Come, ad esempio, il lavoro di pubblica utilità per i soggetti sorpresi alla guida in stato di ebbrezza, che consistente in una prestazione di lavoro non retribuita a favore della collettività da svolgere in via prioritaria nel campo della sicurezza e dell’educazione stradale: sono complessivamente 3.098”.
“Ma che la situazione nelle carceri sia esplosiva” prosegue Capece “lo confermano le notizie di cronaca che, in pochi giorni, hanno fatto registrare i suicidi di un Agente di Polizia Penitenziaria (nel carcere minorile di Lecce) e di due detenuti (a Castelfranco Emilia ed a Catanzaro), altri due suicidi di ristretti sventati in tempo dalla Polizia penitenziaria a Modena ed nel carcere minorile di Catanzaro, poliziotti aggrediti in carcere a Spoleto e Salerno ed un’aggressione contro un altro Basco Azzurro sventata ad Alessandria, due risse tra detenuti nel carcere genovese di Marassi, due incendi provocati da detenuti a Como e Montelupo Fiorentino che per il pronto intervento degli Agenti non è sfociato in tragedie, la morte improvvisa per malore di due detenuti (nel carcere di Velletri e nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia) e di un poliziotto del carcere di Firenze Sollicciano”.
“La situazione penitenziaria resta allarmante nell’assoluta indifferenza ed apatia dell’Amministrazione Penitenziaria. In questo contesto è palese e grave l’inefficienza del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria guidato da Giovanni Tamburino e dal Vice Capo Luigi Pagano, che pensa a risolvere le criticità del sovraffollamento delle nostre prigioni con soluzioni fantasiose e pericolose”, conclude.
Proprio per questo “domani mercoledì 8 maggio 2013 il Sappe terrà una originale manifestazione di protesta davanti al DAP: abbiamo organizzato un piccolo palco di fronte al palazzo del Dipartimento (una specie di speakers’ corner), in Largo Luigi Daga, 2, dal quale poter far esprimere tramite altoparlante problemi, lamentele, rivendicazioni, richieste e necessità dei poliziotti penitenziari”. Al primo posto, per il Sappe, “la gestione fallimentare del Corpo di Polizia Penitenziaria e del Dap, distante dalla realtà e che sottovaluta la sicurezza del personale e delle strutture”. [3]
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