
Se lo spumante è ancora in frigo è solo per scaramanzia. Siamo talmente disabituati a vincere, ormai, che l'incredulità domina e dominerà sino all'esito dei ballottaggi. Ma il risultato di Milano è già eccezionale. Non solo nella capitale lombarda il centrosinistra si guadagna il ballottaggio per la prima volta in 10 secoli, ma al secondo round l'ottimo Pisapia ci va, sembrano indicare le proiezioni, da vincitore. È un risultato meraviglioso, un colpo terribile alla cricca dei moderati del Bunga e al duo Berlusconi Moratti. Il premier ha certo sofferto di meno quando gli hanno tirato il Duomo in faccia, un gesto che ora sembra la rappresentazione visionaria di quello che stava avvenendo nel cuore in rivolta della città. Tutti sono d'accordo sul fatto che qui è iniziata la parabola del Cavaliere e qui deve finire. Abbiamo atteso tanto a lungo di vedere questa scena del film che ora che va in onda e, forse, stentiamo a crederci.
Lo sapremo presto. Intanto qualche considerazione di carattere generale.
La prima è che il centrosinistra vince nel Paese. A Torino, a Milano, a Bologna, a Napoli (se si sommano i voti dei due candidati).
La seconda è che vince nonostante il Pd. I democratici hanno sbagliato tutto, ovunque. E non può certo consolare la vittoria di Fassino a Torino, meno florida di quella di Chiamparino. Lo stesso dicasi per Bologna che impone al Pd, nella sua tana più fedele, un esercizio di umiltà.
Quale centrosinistra vince? Quello dell'esempio milanese: ampio, amplissimo, che raccoglie tutte le anime (e speriamo che questo seppellisca definitivamente il virus di Veltroni) dietro una persona stimata e scelta democraticamente con le primarie. Radicali, Verdi, Socialisti, ex e post comunisti, gli appestati infrequentabili del Pd "maggioritario" tornano. E si vince, permettercelo, su un programma prepotentemente ambientalista.
Se non capisce il milanese forse Bersani capirà il più dolce dialetto napoletano. Se confermata infatti, la vittoria di De Magistris su Morcone offre davvero tanti spunti di riflessione. Basta che capisca.
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