
14/10/10
È vita (Avvenire)
È scontro al Sant'Anna di Torino sulla sospensione di 25 giorni comminata dalla direzione ospedaliera a Silvio Viale, per la lite del 30 settembre scorso con un'infermiera. Un acceso diverbio, su cui è stata aperta un'istruttoria interna, tra il ginecologo ed esponente radicale e la caposala Tiziana Adamo, che nella baruffa s'è fratturata la seconda falange del mignolo della mano sinistra e ha avuto una prognosi di venti giorni, Viale, senza mezzi termini, ha definito la misura presa nei suoi confronti «una porcata, una decisione politica».
Che sarebbe motivata, a suo dire, non certo dalla falange rotta, ma dalla sua attività di promotore della Ru486. Viale è noto infatti per aver condotto nel 2005 la prima sperimentazione in Italia della pillola abortiva, che fu interrotta nel 2006 in seguito a un'inchiesta, poi archiviata, del pm Raffaele Guariniello. «Non mi sembra eccessivo sostenere che qualcuno qui dentro aspettasse da tempo l'occasione per farmi licenziare - commenta Viale -. Mi auguro che la mia sospensione non abbia ripercussioni nei confronti delle donne e della messa a disposizione della Ru486».
Ancora più esplicito è stato il commento dei radicali, che invitano a mobilitarsi contro «l'epurazione». a direzione sanitaria dell'azienda rimanda le accuse al mittente. Non si capisce perché Viale dovrebbe essere «più uguale» degli altri colleghi, «tanto più che la discussione verbale non c'entrava nulla con la Ru486, ma riguardava questioni puramente organizzative. Lo ribadiamo, non si tratta di un provvedimento politico, ma di un procedimento disciplinare per rasserenare il clima e permettere all'ufficio procedimenti disciplinari di lavorare in modo tranquillo». In ogni caso, la sospensione dei 25 giorni non sarebbe, sempre secondo la direzione sanitaria, «un anticipo di sanzione, su cui deciderà l'ufficio competente». Non tutti considerano un fiore all'occhiello dell'ospedale l'aver introdotto la pillola abortiva ed essere un polo della sua applicazione (tenuto conto che circa un terzo di tutti gli aborti farmacologici effettuati in Italia da aprile sono avvenuti al Sant'Anna).
Vincenzo Gilli, che per anni ha diretto al Sant'Anna il servizio d'interruzione di gravidanza ed è da un anno in pensione, ritiene che si debba «procedere con cautela, perché la Ru486 è ancora qualcosa di nuovo». Dal punto di vista medico «si vedrà il suo funzionamento, anche se è evidente che non si tratta di un intervento risolutivo, come dimostrano i dati presentati da Viale stesso». Dei 308 casi trattati fino a metà settembre, ci sono stati 21 raschiamenti. Dal punto di vista etico, Gilli condivide la preoccupazione «che la pillola diventi un farmaco da banco e si privatizzi l'aborto, ma per ora non credo che nessun Paese si sia spinto così in là». Il vero problema «è che la 194 andrebbe applicata sulla prevenzione e il sostegno alla donna, prima e dopo il parto».
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