
“Alla Casa circondariale di Fuorni sono in atto trattamenti inumani e degradanti”. L’accusa arriva da Rita Bernardini, ospite ieri mattina nel campus universitario di Fisciano per un seminario di studio in diritto penitenziario sul sovraffollamento carcerario intitolato “Il sistema che funziona”.
La segretaria dei Radicali Italiani non ha risparmiato critiche al magistrato di sorveglianza di Salerno. “Se avesse visitato personalmente gli ambienti dell’istituto penitenziario di Fuorni - ha detto - si sarebbe accorto del sovraffollamento che i detenuti sono costretti a subire, a causa della presenza di un numero di carcerati superiore rispetto a quello che la struttura è in grado di accogliere”.
E ancora: “Alcuni detenuti hanno rivelato che qui il magistrato di sorveglianza è come un plotone di esecuzione, che rigetta ogni istanza. Dalle testimonianze si è appreso che sono i detenuti a recarsi presso l’ufficio del magistrato e non il contrario. Questo comporta una conseguente mancanza di controlli nella struttura, con un’ulteriore disorganizzazione interna che rischia di mandare in tilt l’intero sistema carcerario”.
Secondo un recente rapporto del Ministero della Giustizia, la capienza regolamentare delle strutture penitenziarie in Italia è pari a 37mila unità a fronte di circa 66mila detenuti, quasi il doppio del previsto. La deputata ha poi indirizzato la discussione sul tema della legalizzazione degli stupefacenti leggeri, lanciando una provocazione: “Il 6 giugno coltiverò piantine di cannabis davanti a Montecitorio per distribuirle ai malati che la utilizzano a scopo terapeutico. Spero che con la mia provocazione riesca ad ottenere delle risposte.
Mi devono spiegare se è meglio che i malati bisognosi debbano rivolgersi ai delinquenti che spacciano droga, favorendo così i loro guadagni illeciti, piuttosto che legalizzare il commercio delle sostanze stupefacenti al solo scopo terapeutico rendendo loro un servizio utile per la salute”. [3]
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