
L'anniversario della strage di Capaci tutti gli anni si porta dietro una scia di polemiche e annunci di nuove indagini. È ancora un avvenimento sentito dalla gente e lo testimonia il successo di ascolti domenica sera della replica dello sceneggiato televisivo dedicato al magistrato. Due considerazioni marginali ma spero non irrilevanti. Nuove indagini quest'anno le annuncia la Procura di Caltanissetta sulla base del racconto del pentito Spatuzza a proposito dell'esplosivo usato, racconto riscontrato dai magistrati. L'esplosivo arrivò da un deposito di bombe inesplose conservato dai pescatori di Porticello,un borgo marinaro fra Palermo e Bagheria, dove evidentemente non si pescava solo con le reti. Per sottrarre alla mafia un deposito cui ha attinto per le stragi non c'era bisogno di 007, bastava qualche finanziere e un controllo del territorio doveroso a prescindere dal contrasto a "cosa nostra ". Perfetto esempio di come un contesto di illegalità "minore " lasciato crescere finisca con l'essere il brodo di coltura della mafia.
Quanto allo sceneggiato tv, è forse criticabile in qualche passaggio ma tutto sommato ben fatto. Quello che ancora colpisce è sentire come Falcone invitava i suoi colleghi alla prudenza nei mandati di cattura verso i personaggi della politica e della finanza collusi: «Non ci si può permettere di sbagliare, bisogna essere sicuri al mille per mille». E infatti i Salvo e Vito Ciancimino furono condannati. Ma era Falcone, mica De Magistris.
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