
I Radicali Staderini e Cappato si rivolgono ai Socialisti in Italia dalle colonne di Terra, affinché possa rivivere nelle prossime elezioni regionali lo spirito che contraddistinse forse uno degli ultimi più nobili tentativi di contenere nel medesimo perimetro politico le culture politiche laiche e riformiste, quello della Rosa nel pugno. La sintesi feconda di esperienze politiche comuni fondate sul movimentismo radicale, sul terreno laico e liberale, unita alla coerente e limpida continuità politica dell’esperienza socialista sino alla traumatica rottura del ’92, quella più felice che seppe combinare elementi di riformismo e slancio riformista nell’azione di governo insieme a una forte sensibilità politica attorno ai crescenti bisogni della società italiana in termini di diritti civili, di difesa dell’ambiente, di garanzie individuali, in una parola di libertà. L’esperienza non fu inedita: le elezioni politiche del 1987 segnarono per la prima volta una convergenza politica ed elettorale fra Socialisti, Socialisti democratici, Radicali e Verdi in molti collegi elettorali nel nostro Paese. Fu il primo tentativo i dare vita ad una alleanza di segno riformista, scevra da presupposti di carattere egemonico che ruotava attorno al rinato protagonismo politico nella democrazia italiana e nella sinistra dei socialisti, ma che rappresentò un segno di novità e vitalità di aree politiche che già si muovevano in senso post ideologico e che prefiguravano un’idea di fondo di società nuova. La Rosa fu un pezzo dell’eredità di quel primo tentativo che sviluppammo nell’87, e aldilà degli esiti e delle difficoltà dell’esordio (noi per esempio, non vi prendemmo parte) e del declino finale, resta il respiro di un pensiero lungo che seppe dettare l’Agenda politica di tanta parte della breve stagione del Centrosinistra e cercò di essere incalzante e corsara nella stagnazione delle idee e dei ritardi del centrosinistra. “Dare corpo“ a una aggregazione politica comune in vista delle elezioni regionali, che veda unita in coalizione con i simboli (la rosa, il garofano, il sole che ride) gli individui (Pannella, Bonino, ma non solo) delle tradizioni che contraddistinguono il percorso storico e il percorso del futuro dei Radicali, dei Socialisti, dei Verdi non solo è possibile, ma rappresenta un’opportunità di rilancio di una stagione politica di riforme e lotte significative nel campo della giustizia, dell’ambiente, dell’economia, e uno sguardo meno anchilosato e autoreferenziale sulle grandi questioni e i dossier più rilevanti, che oggi sembrano virtualmente espunti dalle agende politiche di governo e dagli estenuanti e ripetitivi dibattiti giornalistici e televisivi. Poco attenti e poco inclini a rilevare quanto il provincialismo autoreferenziale della politica italiana ci trascini ben al di fuori e al di là di una prospettiva europea ed euro-mediterranea, consumando del tempo prezioso a danno di una reale ed effettiva esigenza di modernizzazione istituzionale ed economica del nostro paese. Su questo terreno si misura anche la capacità di contendere al Partito democratico la guida dell’area cui facciamo comune riferimento in termini ideali. Per questa ragione è già non solo possibile, ma necessario dare vita ad un’offerta politica chiara e aperta anche per la guida delle nostre regioni sapendo e volendo scegliere autonomamente anche la guida dei Governi. La crisi dello Stato nazionale rischia di determinare l’accelerazione della spinta autonomista regionale non solo nei giusti termini di una determinata spinta federalista “tout court”, senza prevedere i reali rischi che corriamo dinnanzi ad un’avventura politica di questa natura. In questo senso la cultura internazionale del Socialismo italiano, la visione globale e transnazionale del movimento radicale e di quello verde, sono garanzia di saldezza dell’esperienza e della vocazione nazionale delle nostre scelte pubbliche. I Socialisti che non hanno mai intrapreso la strada sbagliata di Sinistra e Libertà, e hanno mantenuto una limpida e coerente attitudine autonoma sono pronti a fare la loro parte. Non ci illudiamo di dare spallate decisive a questo mal congegnato e realizzato bipolarismo all’italiana contraddistinto da due Partiti, il Pd e il Pdl, che sembrano capaci “di tutto, ma veramente di tutto“, che offrono lo spettacolo dell’acutezza della crisi politica italiana. Una coalizione libera di radicali, socialisti, ambientalisti e laici può incidere nell’Italia di oggi assai più che in passato, specie se saprà contrastare con efficacia i populismi e le demagogie che occupano e sequestrano la democrazia da troppo tempo e contro le quali una nuova e convincente iniziativa politica può essere il vero segnale di novità che molti si aspettano.
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