
Con quale forza politica si ricandiderà Francesco Rutelli? Lui stesso non lo sa. Proprio per questo ieri sera ha raccolto, a Roma, nel teatro La Cometa (dove all'ingresso c'era la moglie Barbara Palombelli) amici e sostenitori: in prima fila, l'economista Luigi Paganetto. A Rutelli non mancano le conoscenze nel mondo imprenditoriale, e di antica data, a cominciare da Brunetto Tini.
E poi, nella cultura, tra tutti, la critica d'arte Lea Mattarella, penna del quotidiano la Repubblica. L'ex sindaco della capitale, sul palco, assetatissimo, tanto da chiedere in continuazione acqua o Coca Cola, ha nello stesso tempo dei dubbi e delle certezze: «Non è in questione il fatto che io sarò impegnato alle prossime politiche. Deciderò con chi nei prossimi giorni. So cosa farò, ma è una decisione che non voglio prendere da solo ma condividendola con chi mi sostiene». Rutelli non scioglie la riserva, ricordando a tutti il suo curriculum, e senza dimenticare, nella premessa, un omaggio alla figura di chi lo lanciò nel mondo della politica, ovvero il radicale Marco Pannella: «Sono un democratico di centro, riformatore e ambientalista, sarò in questa battaglia ma non è ancora sciolto il nodo sulla lista con cui mi presenterò agli elettori. Voglio condividere la mia decisione con chi ha condiviso con me un percorso». E per questo, oltre a dar vita a un comitato, ha proposto ai presenti di mangiare insieme una pizza, a cena. Come programma, Rutelli ha in mente un grande museo della Cultura italiana: da ospitare, preferibilmente, nel Quirinale. L'ex primo cittadino di ipotesi ne offre tre: l'ex Pantanella al Circo Massimo, oppure gli edifici del ministero della Difesa in via XX Settembre o, finalmente, un polo integrato che comprenda il Palazzo delle Esposizioni, gli attigui immobili del Demanio e parte del Quirinale, che nelle sue intenzioni «serva da porta di ingresso per il viaggio in Italia dei milioni di visitatori che dobbiamo attrarre nel nostro Paese. Non un Louvre ma una via di ingresso a quattromila musei civici».
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