
Far saltare gli accordi di collaborazione sottoscritti tra Torino e San Pietroburgo. Questo è l’obiettivo della mozione, primo firmatario il radicale eletto nel Pd Silvio Viale, che dovrebbe essere discussa domani in Sala Rossa. Documento che potrebbe essere approvato e metterebbe, salvo emendamenti dell’ultimo minuto, a rischio la mostra dell’Ermitage. Uno dei punti principali dell’intesa firmata dal sindaco Fassino. L’esposizione, primo effetto concreto dell’accordo, dovrebbe aprire i battenti a giugno a Palazzo Madama. Viale chiede al sindaco e alla giunta di «sospendere ogni iniziativa nell’ambito dell’intesa bilaterale di collaborazione fino al momento in cui sarà ritirata la legge del Parlamento di San Pietroburgo del 29 febbraio 2012, legge omofoba, che vieta di scrivere e di parlare in pubblico di argomenti omosessuali». Secondo il consigliere comunale Viale, che chiede di inviare il documento all’ambasciatore russo e alle autorità di San Pietroburgo, «Torino, città dei diritti, deve dare un segnale e combattere contro ogni tipo di discriminazione». Se un emendamento dovesse salvare la mostra dell’Ermitage, e mettere in discussione gli appuntamenti successivi, piazza Castello da giugno a novembre si trasformerà nell’epicentro delle proteste contro la Russia per la violazione dei diritti di gay e lesbiche.
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