
19/05/10
Il Messaggero
L’attacco contro ì militari italiani «rafforza il convincimento di mantenere saldo il nostro impegno in Afghanistan». Lo dice alto e forte, il ministro della Difesa La Russa, nella sua informativa alla Camera. E anticipa la linea "dura" che un messaggio del Capo dello Stato di li a poco avrebbe fatto risuonare
auspicando, come ha detto Napoletano, «una rinnovata determinazione negli sforzi volti a rendere nella
Regione possibili condizioni di pace e stabilità».
Più tardi, nel corso di un’intervista, La Russa riveste di contenuti le sue affermazioni e annuncia una maggiore presenza di uomini e mezzi nel teatro afghano: «Entro la fine dell’anno avremo un contingente italiano di poco inferiore ai 4.000 uomini», e aggiunge: «Tra poche settimane potremo mandare i nuovi "Freccia", che sono dei blindati molto più grossi e sicuri dei "Linee", anche se un po’ meno veloci. Speriamo che questo basti», ha proseguito La Russa, sottolineando: «Dipende sempre dalla quantità di esplosivo: contro la bomba atomica, faccio un’ipotesi assurda, non c’è nulla che ripari. Sicuramente - ha concluso - il "Freccia" resiste ad esplosioni a cui non resiste il "Lince".
Alla Camera il ministro della Difesa ha ricostruito la dinamica dell’attentato che è costato la vita ai due soldati italiani e al ferimento degli altri due. Il "Lince" colpito faceva parte di un convoglio di 129 mezzi e 389 uomini, 200 dell’esercito afghano e 189 militari italiani. Il blindato colpito era il quarto mezzo italiano del dispositivo, che nel convoglio occupava il settimo posto, dopo i primi tre mezzi afghani.
L’operazione, ha spiegato La Russa, «puntava a rafforzare il dispositivo del 2° Reggimento Alpini nella base di Baia Murghab, allo scopo di contrastare più efficacemente le attività di ribelli». Sulle modalità dell’attacco, ha detto ancora il ministro, «sono in corso indagini. Sul posto è stato inviato un nucleo italiano specializzato in attività di investigazione».
Poi La Russa ha inteso smorzare sul nascere ogni illazione riguardo a possibili inadeguatezze delle strumentazioni in dotazione agli italiani: «Fintanto che ci saranno missioni internazionali - ha detto - si potrà discutere del numero dei militari da schierare, ma non delle risorse necessarie a garantire loro il massimo della sicurezza». Tra breve, ha ricordato, verranno immessi sul teatro afghano i "Freccia" ma intanto sono stati potenziati i "Lince", migliorando la rana, che è la zona della torretta, L’opposizione parlamentare ha chiesto un dibattito più approfondito.
La vice presidente del Senato Emma Bonino ha affermato: «Se il ministro La Russa annuncia l’invio in Afghanistan di mezzi più sicuri vuol dire che quelli attaccati l’altro giorno erano meno sicuri». Una singolare polemica si è poi sviluppata tra "FareFuturo", la fondazione di Gianfranco Fini, e La Russa. Sul webmagazine della Fondazione un articolo ha attaccato il ministro per aver (in una nota) parlato di calcio (la partita Siena-Inter) in un giorno di lutto.
La Russa ha risposto che la nota a cui fa riferimento il giornale è stata diramata dal suo ufficio stampa e non da lui, parlando in conclusione di «inaccettabile trattamento».
auspicando, come ha detto Napoletano, «una rinnovata determinazione negli sforzi volti a rendere nella
Regione possibili condizioni di pace e stabilità».
Più tardi, nel corso di un’intervista, La Russa riveste di contenuti le sue affermazioni e annuncia una maggiore presenza di uomini e mezzi nel teatro afghano: «Entro la fine dell’anno avremo un contingente italiano di poco inferiore ai 4.000 uomini», e aggiunge: «Tra poche settimane potremo mandare i nuovi "Freccia", che sono dei blindati molto più grossi e sicuri dei "Linee", anche se un po’ meno veloci. Speriamo che questo basti», ha proseguito La Russa, sottolineando: «Dipende sempre dalla quantità di esplosivo: contro la bomba atomica, faccio un’ipotesi assurda, non c’è nulla che ripari. Sicuramente - ha concluso - il "Freccia" resiste ad esplosioni a cui non resiste il "Lince".
Alla Camera il ministro della Difesa ha ricostruito la dinamica dell’attentato che è costato la vita ai due soldati italiani e al ferimento degli altri due. Il "Lince" colpito faceva parte di un convoglio di 129 mezzi e 389 uomini, 200 dell’esercito afghano e 189 militari italiani. Il blindato colpito era il quarto mezzo italiano del dispositivo, che nel convoglio occupava il settimo posto, dopo i primi tre mezzi afghani.
L’operazione, ha spiegato La Russa, «puntava a rafforzare il dispositivo del 2° Reggimento Alpini nella base di Baia Murghab, allo scopo di contrastare più efficacemente le attività di ribelli». Sulle modalità dell’attacco, ha detto ancora il ministro, «sono in corso indagini. Sul posto è stato inviato un nucleo italiano specializzato in attività di investigazione».
Poi La Russa ha inteso smorzare sul nascere ogni illazione riguardo a possibili inadeguatezze delle strumentazioni in dotazione agli italiani: «Fintanto che ci saranno missioni internazionali - ha detto - si potrà discutere del numero dei militari da schierare, ma non delle risorse necessarie a garantire loro il massimo della sicurezza». Tra breve, ha ricordato, verranno immessi sul teatro afghano i "Freccia" ma intanto sono stati potenziati i "Lince", migliorando la rana, che è la zona della torretta, L’opposizione parlamentare ha chiesto un dibattito più approfondito.
La vice presidente del Senato Emma Bonino ha affermato: «Se il ministro La Russa annuncia l’invio in Afghanistan di mezzi più sicuri vuol dire che quelli attaccati l’altro giorno erano meno sicuri». Una singolare polemica si è poi sviluppata tra "FareFuturo", la fondazione di Gianfranco Fini, e La Russa. Sul webmagazine della Fondazione un articolo ha attaccato il ministro per aver (in una nota) parlato di calcio (la partita Siena-Inter) in un giorno di lutto.
La Russa ha risposto che la nota a cui fa riferimento il giornale è stata diramata dal suo ufficio stampa e non da lui, parlando in conclusione di «inaccettabile trattamento».
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