
25/11/09
Avvenire
Domani la commissione Sanità del Senato dovrebbe varare la relazione conclusiva della indagine conoscitiva sulla pillola Ru486 che propone di fermare, anzi di «riavviare dall`inizio», la procedura dell`Agenzia italiana del farmaco (Aifa) perla immissione in commercio della pillola abortiva, in attesa che il ministero del Welfare si esprima in merito alla sua compatibilità con la legge 194 sulla interruzione della gravidanza, aspetto che finora è stato tralasciato. Oggi riunione in commissione nel primissimo pomeriggio per esaminare il documento elaborato da Antonio Tomassini, relatore e presidente. Per licenziare il testo domani, come fissato dall`ufficio della presidenza fin dalla fine di settembre, è prevista anche una seduta notturna. In mattinata si preannuncia animatala riunione del Pd in commissione, con possibili divaricazioni tra il capogruppo Dorina Bianchi, fin dall`inizio favorevole all`indagine, e altri componenti, invece, decisamente critici. Già ieri la Bianchi ha dovuto prendere le distanze dalla iniziativa della radicale Donatella Poretti, la quale in nome di un sua battaglia contro un presunto «stop politico», ha presentato un documento (totalmente alternativo a quello di Tomassini) che si limita a prendere atto di quanto sostenuto dall`Alfa, rinviando alla Conferenza Stato-regioni la definizione delle procedure di uso della Ru486. E’ in altri termini un`apertura ai rischiosi protocolli per la salute della donna, già sperimentati in sede locale. Di fronte a simili tesi, la capogruppo dei Democratici si è affrettata a puntualizzare che quel testo non poteva essere considerato la relazione di minoranza del Pd. Comunque dopo alcune schermaglie procedurali tra maggioranza e opposizione e l`invito del pidiellino Raffaele Calabrò a rispettare i tempi sanciti dall`ufficio di presidenza, si è tenuta la discussione generale sulla relazione conclusiva. Tomassini ha riferito quanto risulta dalle audizioni degli esperti, anche sulle direttive europee. Ad uno Stato membro, ha sottolineato, di fronte ad una richiesta di commercializzazione di mutuo riconoscimento attivata da un altro (la Francia per la Ru486) spetta la verifica della compatibilità con la legislazione nazionale vigente (nel nostro caso la 194). Una valutazione, ha precisato il presidente della commissione, che non può essere elaborata da un organo tecnico come l`Aifa, ma compete al ministero. Quindi l`Agenzia non avrebbe dovuto pronunciarsi, come invece ha fatto, senza sentire prima il dicastero guidato da Maurizio Sacconi. Tra l`altro Tomassini, citando i pareri del Consiglio superiore di sanità, ha evidenziato che la donna deve essere trattenuta in un ospedale fino ad aborto avvenuto, anche perché, come ha rilevato la consulente del ministero Assuntina Morresi, limitarsi a somministrare la pillola in day hospital ha provocato vari decessi. La richiesta di uno stop della procedura di commercializzazione è stata definita «un atto responsabile» da Luigi D`Ambrosio Lettieri e dal collega Domenico Gramazio del Pdl. La maggioranza, ha specificato Lettiera, vuole evitare «decisioni frettolose e superficiali» che «avrebbero soltanto messo in pericolo la salute delle donne». «Non ci sono ancora sufficienti garanzie sulla compatibilità tra l`utilizzo della Ru486 e la legge 194», ha rimarcato il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Ma anche per Claudio Gustavino, esponente di Alleanza per l`Italia, «la proposta di approfondire gli effetti della pillola Ru486 con una nuova istruttoria per acquisire il parere dell`Emea e del ministero della Salute, non solo è auspicabile e condivisibile, ma è anche pienamente rispettosa dei dettato normativo previsto dalla legge 194».
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