
21/09/10
L'Opinione delle Libertà
Questo 20 Settembre sono centoquarant'anni dacché il Regio Esercito di Vittorio Emanuele II liberò Roma dall'oppressione teocratica, restituì all'Italia risorta la sua Capitale storica, dette alla Terza Roma la missione del Libero Pensiero, dopo quella antica Patria del Diritto e la medievale sede del patriarcato cristiano d'occidente. Forse pretendere. però. per le celebrazioni un coraggio simile agli uomini della Destra storica che fecero l'impresa sarebbe stato troppo?
Roma in fondo sorse coi dissidi tra colli, quando per avvistare gli uccelli e decidere dove porre il centro dell'Urbe Romolo si mise sul Palatino e Remo sull'Aventino: così, in questi tre giorni di manifestazioni, il Campidoglio celebrò Roma che "diventa Capitale", il Grande Oriente d'Italia al Granicolo l'affennazione del Libero Pensiero e da un colle che non fu tra i sette originari, il Vaticano, si cercò, accettando gli ammiccatiti inviti capitolini ed usando un'espressione caustica di Giuseppe Prezzolini che quel navigato diplomatico di Montini, Paolo VI, seppe ben utilizzare. di trasformare tutto in una vittoria clericale. Cadorna, liberando provvidenzialmente il papato dal peso dello Stato, generò le condizioni d'una rivalsa universale della sua missione religiosa. Con una felice battuta, Giuliano Amato notò come anche i Papi, sulle prime, non s'avvedano della fortuna di certi doni e se la prendano piuttosto a male.
Andiamo, però, in ordine. Venerdì 18 Settembre si partì con due convegni: l'uno in Campidoglio promosso dal Sindaco Giovanni Alemanno ed organizzato da Marcello Veneziani, articolato in una sessione mattutina sulla Roma di Pio IX con monsignor Gianfranco Ravasi, Andrea Riccardi, Micol Forti ed Aldo G. Ricci, una meridiana sulle, città ed il Risorgimento, presieduta da Giuliano Amato, con Aldo Alessandro Mola, Francesco Perfetti e Lucio Villani, ed una serale su Roma e l'Identità Nazionale presieduta dallo stesso Giovanni Alemanno, con Vittorio Messoci, Giuliano Ferrara e Paolo Mieli. L'altro al Vascello, per iniziativa del Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Rii, moderato da Valerlo Zanone, in cui fu di scena il sullodato Lucio Villari, poi Santi Fedele, Giorgio Rebuffa, Massima Teodori. Convegno, questo massonico, segreto nel pomeriggio da una rappresentazione teatrale sulla figura di Giosuè Carducci, e poi dalla tradizionale allocuzione del Gran Maestro. Il simposio capitolino, pur se impreziosito da eleganti relazioni storiografiche, tese però ad un fine politico culturale ben preciso, espresso in un manifesto redatto da Marcello Veneziani e seguendo il tema di quello spartito: musica nazional popolare, centrata sulla necessità, che la storia avrebbe dimostrato evidente, di fare di Roma una sorta di Capitale condivisa di due Stati, l'Italia ed il Vaticano, l'uno che nell'identità nazionale dovrebbe superare l'assenza e l'ostilità assertivamente opposta al motto Risorgimentale dalle masse rurali e dal mezzogiorno, includendovi i nostalgici delle dinastie borboniche ed asburgiche. l'altra aiutata nella sua ''missione sociale ed universale". Intanto, le stesse relazioni della mattina fecero giustizia della pretesa nostalgia popolare almeno pel Papa Re, con un cattolico come Andrea Riccardi che descrisse uno Stato nel quale, ad esempio, siccome l'adulterio oltre a peccato fu anche reato, s'autorizzò la polizia ad indagare d'iniziativa anche sotto alle lenzuola, o Micol Forti che rilevò anche nella produzione pittorica il passaggio dall'euforia per l'elezione di Pio IX all'ostilità popolare che circondò il teocrate dopo la repressione della Repubblica Romana del 1849. Poi quest'impostazione è una sorta di "gramscismo reazionario". La storia invece è in realtà sempre mossa da elementi attivi e qualcuno, per cultura e posizione sociale, se ne sente sempre estraneo.
La questione è però, caro Veneziani, l'atteggiamento delle persone ingaggiate nel processo. Ebbene, sotto questi profili, i liberali dello Stato unitario promossero l'istruzione obbligatoria, il servizio di leva per amalgamare provenienze regionali e di ceto nel senso di Nazione, mentre il Papa Re od il Be Borbone giudicarono l'istruzione pericoloso modo di sottrarre braccia alla zappa; ed in quanto al Mezzogiorno i liberali promossero le indagini sul campo di Sonnino e Fianchetti, di Giustino Fortunato e cominciarono a lavorare pel riscatto delle popolazioni. Soprattutto, però, quel convegno, e quel manifesto, partirono dal presupposto che sarebbe rimasto inevaso l'interrogativo di Teodoro Mommsen: "visto che a Ronca si resta con idee universali, a quale ideale l'Italia intende ispirare la nuova Roma?". Invece rispose, a nome del governo, Quintino Sella: "il Libero Pensiero!". Ed è questo vento dell'Ideale che spirò forte, lo scorso fine settimana, dalle celebrazioni della Massoneria Italiana al Vascello, la sua sede ch'è il monumento alla resistenza romana allo straniero chiamato dal Papa Re nel 1849! Questo vento dell'ideale spirò ancora il giorno dopo. Domenica 19, sul luogo della breccia, alla celebrazione indetta dai radicali, nel garrire del vecchio vessillo dell'Associazione Giuditta Tavani Argnati o d'una ricomparsa Vendita carbonara, e nelle parole di Maria Mantello, Presidente dell'Associazione del Libero Pensiero "Giordano Bruno". Poi, nel pomeriggio, i Bersaglieri sfilarono correndo colle loro fanfare, vennero dalla Nomentana come 140 anni orsono, s'infilarono in quella che da allora si chiamò Via XX Settembre, e raggiunsero varie piazze per tenervi concerto colle note delle canzoni patriottiche e marce d'allora.
Chi scrive, però, applaudì e poi raggiunse il Testaccio, per rivedere, in una proiezione privata tra pochi ''laicisti", il capolavoro di Megni "Nel nome del Papa Re", conscio di quello che sarebbe avvenuto il giorno dopo, l'abbraccio a Porta Pia col Cardinal Bertone, Segretario di Stato della "Santa Sede". Infatti, nel convegno capitolino, parve che per alcuni relatori tutto lo sforzo per fare Roma la vera Capitale fosse consistito nel tentativo d'emarginare i "laicisti", per permettere la convivenza di due Stati, anziché nel perseguire un Ideale Universale d'una Terza Ronia che fosse degno delle prime due, ma fatto pei tempi contemporanei.
Questo fu il Libero Pensiero, come invece dimostrarono egregiamente due storiografi solidissimi, il Professor Monsagrati e la Professoressa Isastia, in un convegno del pomeriggio a Palazzo Valentini, e come non poté di fatto fare a meno, la mattina del XX Settembre, di riconoscere coi fatti lo stesso sindaco Giovanni Alemanno, invitando in Campidoglio il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Baffi a presenziare al conferimento della Cittadinanza d'Onore dell'Urbe al Capo dello Stato. Però qualcuno, attorno al Sindaco, non poté proprio fare a meno d'una "gaffe": così come nel 2008 mandò in rappresentanza dell'amministrazione alla deposizione delle corone sulla breccia un'ufficiale in pensione delle Esercito Italiano in quale, evidentemente spergiuro del giuramento verso la Patria, che non è il Vaticano, commemorò gli zuavi pontifici caduti e non i caduti italiani della presa di Roma, qualche testa gloriosa in Campidoglio concesse, nel 2010, il monumento alla breccia di Porta Pia, per "commemorarvi" il 20 Settembre, a ''Milizia Christi", il movimento fondamentalista condannato più volte nei Tribunali per calunnia, vilipendio ed altri reati. Signor Sindaco, Roma Capitale la volle la Destra storica, e quanto agli Ideali della Destra di cui coltiva la Tradizione, ricordi, quando vede agitarsi troppe tonache nere, quel verso di ''Faccetta nera" dove si canta che missione dell'Italia è portare "libertà d'azione e di pensier".
© 2010 L'Opinione delle Libertà. Tutti i diritti riservati