
Basta cordoni ombelicali portati all`estero per costituire esclusive e inutili banche private. I
nostri figli muoiono perchè non ci sono cellule da trasfondere». La rivolta di chi soffre è quasi
sempre silenziosa. Tam tam discreti che trovano spazio all'interno di comunità ristrette, che
condividono i medesimi percorsi e gli stessi drammi. Lo spiega con pochissime parole Barbara
Bettucchi, mamma di Luca, 6 anni, da un anno e mezzo in lotta contro la leucemia, che affida la sua denuncia e la sua rabbia al web.
Il suo bambino, come altri, potrebbero essere salvati dal trapianto di staminali da cordone ombelicale, proprio quelle cellule che le mamme che stanno per partorire possono decidere di donare per salvare una vita e che tante altre mamme, invece, decidono di tenere per se stesse, in lussuose e costose banche private estere, nella remota e rifiutata evenienza che il nascituro un domani possa avere bisogno.
Il grido di dolore delle mamme di Facebook, raccolte nell'Aisco, associazioni donatrici
italiane sangue cordone ombelicale - sta facendo il giro del web, accogliendo consensi anche da parte di chi, della donazione del cordone, non aveva neppure sentito parlare. La denuncia di Barbara è pungente: «Queste signore, spesso ricche (perchè portare il sangue in una banca straniera costa e non poco), madri di bambini che probabilmente e fortunatamente non si ammaleranno mai, non hanno la minima idea di quello di cui parlano, perchè anche nella sfortunatissima ipotesi che ai loro bimbi accada ciò che è successo a Luca, di quel cordone, negato a persone già malate che potrebbero beneficiarne subito, non se ne farebbero proprio niente». Un grido che è stato accolto visto che molte regioni italiane, Veneto in testa, stanno ipotizzando l'applicazione di un ticket sui prelievi che non restano nelle 18 banche italiane ad uso di tutti.
«Le mamme hanno ragione a ritenere che conservare le cellule per se non serve - sottolinea il dottor Sergio De Angeli, responsabile della Banca del cordone ombelicale di Treviso, unica del
Veneto che ogni anno raccoglie circa 800 cordoni - E sono confortate in questo loro parere anche da un decreto legislativo recente che incentiva la donazione autologa, ma la lega a casi
specifici e molto limitati. Un parere in materia era stato dato anche dal Comitato regionale di
bioetica già nel 2007. A questo si aggiunge il parere della scienza, che addirittura sostiene che
se un bambino dovesse sviluppare un tumore prima dei dieci
anni è bene che utilizzi cellule di donatore e non le sue».
Insomma, quello del cordone ombelicale trasferito all`estero rischia di diventare solamente un business per le banche che le conservano più che un vantaggio per i potenziali beneficiari. E sull'argomento sta appunto avanzando l`ipotesi di mettere un ticket sui prelievi di quelle signore che vogliono "trasferire" il loro cordone all'estero, seguendo una moda molto in voga tra i personaggi del mondo dello spettacolo. Anche nel Veneto le richieste non mancano, qualche decina l'anno. «Sono poche, ma ci sono ogni anno», precisa De Angeli. La donazione avviene in meno del 10 per cento dei parti, anche perchè la tecnica non è molto pubblicizzata e non tutte le sacche hanno un numero ideneo di cellule al trapianto. Nel 2008 solo in Italia sono stati effettuati 140 trapianti di cellule staminali emopoietiche, in aumento rispetto ai 103 del 2007.
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