
L'elenco completo delle associazioni professionali depositato al ministero della Giustizia conta
90 nomi. Tutti ambiscono a essere pubblicamente riconosciuti e a concorrere più dignitosamente con le professioni dotate di Ordine. Nella lista sono comprese le realtà che hanno avuto il via libera dal Cnel. Le categorie coinvolte sono le più varie: grafologi, podologi, tributaristi, educatori cinofili, operatori shiatsu, amministratori di condominio, traduttori e interpreti, counselor, informatici, pubblicitari, giuristi d'impresa, consulenti filosofici. Le associazioni sperano che dalla Giustizia arrivi l'agognato via libera. Ma due, ora, sono le incognite. Una è rappresentata dal fatto che il ministro Angelino Alfano lascerà presto l'incarico e chissà che cosa accadrà con il suo sostituto. Il secondo punto interrogativo è rappresentato dalla possibile abrogazione degli articoli della legge 206 che nel 2007 ha recepito la direttiva comunitaria 36 del 2005, nota come direttiva Zappalà. Con un'interpretazione dell'allora ministro alle Politiche europee Emma Bonino, la legge aveva fornito alle associazioni professionali la possibilità di partecipare alle cosiddette piattaforme europee (tavoli strategici a livello comunitario) insieme agli Ordini, aprendo la strada a un possibile riconoscimento. Ma la realizzazione delle piattaforme comunitarie ha zoppicato e ora esiste il progetto di abolire l'articolo contestato. Si parla di un possibile intervento entro l'anno. Se così fosse, l'intero percorso di riconoscimento tornerebbe in alto mare.
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