
Il centro-destra ha vinto le elezioni regionali del 2010, e di qui al 2013 - cioè fino alle prossime elezioni politiche - quel che attende il centro-sinistra somiglia a una proverbiale (o biblica) traversata del deserto. Ma la traversata potrà riuscire meno drammatica, se il centro-sinistra saprà fare tesoro degli ammaestramenti delle urne. Il Partito democratico, in particolare, potrà ricavare dai risultati elettorali del28-29 marzo almeno cinque lezioni utili per il futuro.
Prima lezione. La vittoria del centro-sinistra nelle regione del Centro non attesta soltanto la riduzione dell’egemonia del Pd entro i confini geografici di un "partito dell’Appennino": la vittoria conferma anche il merito che gli elettori riconoscono al buon governo locale. Da questo punto di vista, fa testo la Toscana. Di là dalla tenuta di uno zoccolo duro "rosso", il caso toscano dimostra l’importanza di proporre soluzioni concretamente riformistiche ai problemi della governance locale in materia di salute, assistenza, sicurezza, rifiuti. Quando il governo locale è buon governo, gli elettori del centro-sinistra non restano a casa.
Seconda lezione. Il successo personale di Nichi Vendola in Puglia (tanto più notevole, perché ottenuto senza il concorso dell’Udc di Casini) testimonia come possano rivelarsi paganti, presso l’elettorato di centro-sinistra, certe scelte "anti-apparato". Vorrà pur dire qualcosa che il Pd ottenga il suo successo più spiccato - fra le regioni che i sondaggi annunciavano in bilico - grazie a un candidato governatore
inizialmente non gradito alla dirigenza nazionale, e politicamente rilanciato dal meccanismo di selezione delle primarie. Quando è la base a scegliere il candidato, gli elettori del centro-sinistra si mobilitano con una convinzione ben maggiore che quando il candidato viene scelto a un tavolo di Roma.
Terza lezione. La sconfitta nel Lazio di Emma Bonino lei stessa una "paracadutata" autorevole, ma scelta a tavolino - indica quanto sia delicato,per il Pd del triennio a venire, il problema del rapporto con l’anima cattolica del centro-sinistra. Forse, per vincere le elezioni politiche del 2013 il Pd dovrà cercare un’alleanza politica stabile con l’Udc di Casini. Di sicuro, il Pd dovrà cercare forme fattive di confronto con un elettorato cattolico abbastanza progressista per non riconoscersi nelle posizioni dei "teodem", e tuttavia allergico a una politica pienamente e coerentemente laica. Quando, dai pulpiti, i vescovi li richiamano all’ordine, certi elettori del centro-sinistra continuano a rispondere "presente!" dalle cabine elettorali.
Quarta lezione. L’incidenza della galassia Beppe Grillo su alcuni risultati delle regionali - soprattutto in Piemonte, dove la performance dei "grillini" è costata la sconfitta a Mercedes Bresso - illustra la necessità in cui il Pd si trova di dialogare con culture politiche oggi sottorappresentate in Parlamento, ma vive nel Paese: in particolare, con la cultura ecologista. Qui, il caso francese potrebbe servire utilmente d’esempio. Oltralpe, la gauche sembra adesso poter risorgere dalle ceneri del 2009 anche grazie alla
scelta del Partito socialista di lavorare a una ricomposizione a gauche de la gauche. Quando si tratti di porre all’ordine del giorno la delicatissima agenda dell’emergenza ambientale, i leader di una sinistra moderna non possono e non devono girarsi dall’altra parte.
Quinta lezione. Il saldo totale delle elezioni regionali - favorevole a Silvio Berlusconi, nonostante il magrissimo bilancio dei suoi ultimi due anni di governo - dimostra l’inadeguatezza di una proposta politica incentrata sulla denuncia del berlusconismo: proposta sufficiente a mantenere in salute l’Idv di Antonio Di Pietro, ma insufficiente per allargare il bacino elettorale del Pd. Sia chiaro: la crociata antiberlusconiana del centro-sinistra resterà utile, nella misura in cui varrà da presidio di equilibri costituzionali e di valori repubblicani. Ma tale crociata non basterà né a spingere al voto gli astensionisti, né a convertire i delusi del nulla-di-fatto riformatore, che nel Nord "produttivo" varino orientandosi sempre più massicciamente verso la Lega. Quando si passa la giornata urlando "al lupo, al lupo!", l’unico risultato che si ottiene è di perdere la voce.
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