
Hanno speso e sperperato con i soldi della politica, comprando di tutto, dai foulard di Hermes e le borse di Vouitton, alle mutande da Calzedonia, all’arrosto in macelleria. E ora rischiano di avere i conti bloccati. È questa infatti l’ipotesi a cui sta lavorando la procura nell’inchiesta di “rimborsopoli”. Oltre 1 milione e 800 mila euro spesi negli extra più bizzarri. Sequestrare i beni ai consiglieri regionali finiti sotto accusa, potrebbe essere il prossimo passo della magistratura, proprio come accade nelle inchieste per associazione mafiosa. Ed è un’ipotesi che fa davvero paura ai consiglieri. I quali forse anche per questo hanno messo mano al portafogli per risarcire il più presto possibile.
Con i primi interrogatori, ieri, i pm Enrica Gabetta, Giancarlo Avenati Bassi e l’aggiunto Andrea Beconi non sono riusciti ad ottenere le risposte che volevano. Poche le giustificazioni, affidate per lo più a memorie difensive. Due su tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: solo il capogruppo del Pd Aldo Reschigna sceglie di giustificare tutte le sue spese, per altro solo 2000 euro. Mario Carossa, capogruppo della Lega, e Marco Botta dei Fratelli d’Italia, confermano invece la strategia del centrodestra di fare scena muta di fronte ai pm.
La giornata in tribunale è iniziata alle 9 del mattino per il capogruppo della Lega Mario Carossa: 289 mila euro da giustificare come responsabile di tutte le spese approvate ai consiglieri del suo partito, e 32 mila euro in proprio. Poi è stato il turno di Marco Botta, con i suoi 54 mila euro e le spese più eccentriche da quelle per il solarium e il parrucchiere, alla fettina di carne in macelleria. Ma i loro interrogatori sono rapidi: giusto il tempo di mettere a verbale che non intendono rispondere. Per tutto il pomeriggio invece, Reschigna spiegherà i 46 mila euro del suo gruppo e le sue spese per 2 mila euro. Saltano oggi gli interrogatori per il capogruppo Pdl Luca Pedrale e per Franco Maria Botta (capogruppo dei Fratelli d’Italia), mentre è in programma, al pomeriggio, quello dell’assessore Giovanna Quaglia.
I radicali chiedono ai capigruppo di pubblicare tutti i dati dei rimborsi sull'home page del sito del consiglio Regionale. L’avevano già chiesto al presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo, sentendosi però rispondere picche.
© 2013 da La Repubblica. Tutti i diritti riservati