
«Fassina dice che lo copio? Dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso. È buffo che mi si accusi da una parte di essere di destra, un liberista, e dall'altra di copiare le proposte del Pd. Fassina non vorrà mica sostenere che le proposte del Pd sono di destra?». Renzi usa l'umorismo per replicare a Stefano Fassina che sugli asili nido lo accusa di aver copiato il programma del Pd. E tuttavia, al di là della battuta, Renzi coi suoi si mostra soddisfatto. E non solo perché il sondaggio del Tg di Mentana gli assegna come potenziale premier un gradimento del 12% (Monti, primo, è al 20%, Bersani all'11%). Ma anche perché il confronto delle primarie si sta spostando sui temi e sulle sue proposte che, a suo giudizio, fin qui sono rimaste un po' troppo nell'ombra. Offuscate dalle polemiche (soprattutto coi rottamandi) sulla rottamazione e sulle regole. E la prova gli è arrivata ieri proprio sui nidi.
Asili e polemiche
Infatti è bastato che sulla home page del suo sito (matteorenzi.it) uscisse un'infografica, ripresa dalle agenzie, con le sue proposte per aumentare i posti negli asili, per scatenare la polemica. Renzi propone un piano da 16 miliardi di euro in 5 anni per costruire e gestire nuovi asili nido. Così, dice, si creerebbero 450mila nuovi posti per i bambini. E così molte delle madri che oggi lasciano il lavoro (80mila l'anno) rimarrebbero al lavoro e (contando anche i posti per le maestre dei nidi) in 5 anni ci sarebbero almeno 350mila occupate in più. Per il responsabile economico del Pd, Fassina, si tratta però di «un copia-incolla» rispetto del programma del Pd. Proposte, sottolinea Fassina, già votate dall'Assemblea Nazionale riprese nel documento della conferenza nazionale per il Lavoro di Napoli. «È vero che lui non può saperlo perché non partecipa - annota sarcasticamente Fassina via Facebook - , ma almeno qualcuno dei suoi potrebbe dare una letta ai documenti programmatici del partito a cui è iscritto». E del presunto "copia-incolla" renziano si rallegra anche la responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi che però avvisa Renzi di non lasciarsi andare a promesse troppo roboanti («favole» è il termine che usa) anche perché se davvero ci fossero nel futuro 16 miliardi di euro da spendere nella scuola, Puglisi ne metterebbe un po' anche per tagliare le liste d'attesa alle materne, restituire il tempo pieno alle elementari e aprire i laboratori negli istituti tecnici, cancellando cioè gli 8 miliardi di tagli fatti dalla Gelmini. E se uno degli estensori del programma renziano, l'ex assessore fiorentino Giuliano da Empoli, invita Fassina a stare attento con i copyright visto che l'idea degli asili nidi è riconducibile al Mussolini «che nel 1925 che istituisce l'opera nazionale maternità e infanzia». Lo stesso Renzi fa notare che sui nidi quelle idee non solo le aveva già dette a Verona lo scorso 13 settembre quando partì ufficialmente col camper elettorale. E non solo le ha scritte nel programma messo in rete («il che testimonia - spiega il sindaco con un po' di veleno - che qualcuno non l'ha letto»). Ma che sono anche le stesse idee che sta cercando di portare avanti a Firenze dove l'amministrazione, sottolinea, ha aumentato i fondi per costruire nuovi nidi sia pubblici che aziendali. E infatti il sindaco (che quando era Presidente della Provincia fece aprire un nido anche lì) ci tiene a far notare come nella sua città la percentuale di bambini che va al nido è il 37%, seconda città solo dopo Reggio Emilia, rispetto a una media nazionale del 13%.
Nodo doppio turno
«Anche noi siamo del Pd e che le nostre proposte hanno la credibilità di chi, da amministratore, le ha già realizzate e non solo studiate sui libri» puntualizza Roberto Reggi, già sindaco di Piacenza e coordinatore della campagna di Renzi. Che però in questo momento è impegnato, assieme agli altri "sherpa" di Bersani e Vendola, a trovare una sintesi sulle regole. Il punto che rimane da chiarire è se nell'eventuale ballottaggio possano votare anche gli elettori che non hanno partecipato al primo turno. Per i renziani ovviamente sì. Per altri (a cominciare da Bindi e dal responsabile organizzazione del Pd Stumpo) no. Lo stesso Reggi alla fine dell'assemblea nazionale del Pd di sabato era convinto di aver portato a casa questo risultato dopo che l'emendamento dei bindiani (che conteneva un esplicito divieto a questa possibilità) era stato ritirato. Ma così non è. E tuttavia un sostegno all'interpretazione renziana ieri è arrivato dal vendoliano, già segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano che ai microfoni di RadioRadicale ha esplicitamente spiegato che per loro il secondo turno deve essere aperto a tutti. Per Giordano pur restando fermo il principio della massima trasparenza (e quindi dell'albo pubblico a cui iscriversi) tuttavia «va garantita la più ampia partecipazione possibile».
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