
Sarà un weekend caldo, caldissimo sul fronte democratico. Mentre ancora sono tutte da definire le regole che inevitabilmente condizioneranno il risultato del prossimo congresso, ogni singola componente cerca di acquisire visibilità e di trovare una propria collocazione negli schieramenti che (molto) lentamente si vanno a definire. Già oggi, apre la serie di appuntamenti la Costituente delle idee, organizzata da sei associazioni, tra le quali Lavoro&welfare e i Cristiano sociali. All’assemblea, che sarà aperta Cesare Damiano e conclusa da Pietro Folena, parteciperà anche Guglielmo Epifani. Domani, sempre a Roma, saranno gli "auto-organizzati" di Insieme per il Pd a proporre «una nuova fase costituente del partito», che inizi con il congresso.
A garantire la loro adesione sono stati Sandro Gozi, Sandra Zampa, Laura Puppato, Walter Tocci, i candidati segretario in pectore Pippo Civati e Gianni Pittella, ma anche Gennaro Migliore (Sel) e Mario Staderini dei Radicali. Ma è verso Torino che è rivolta soprattutto l’attenzione, per la kermesse renziana organizzata dagli Ateniesi di Davide Ricca e Vito Costa e dai fiorentini di Renzi 2punto0. Nata originariamente come incontro tra la base e i parlamentari vicini al sindaco, è diventata una sorta di "chiamata alle armi" in vista della campagna congressuale.
E qualcosa bolle anche nella pentola di AreaDem. Un evento sarà organizzato probabilmente già prima della pausa estiva. Ma, quel che è più importante, la componente guidata da Dario Franceschini e Piero Fassino (il cui coordinamento è stato assunto da Ettore Rosato, dopo che Marina Sereni si è trasferita alla vicepresidenza della camera) vuole recuperare una sua centralità negli equilibri interni. Una sorta di cerniera tra bersaniani e Renzi: al congresso coi primi, per lanciare il secondo a palazzo Chigi, quando sarà il momento. D’altra parte, lo stesso Franceschini intervistato dall’inserto del Corriere, Style - ha fatto capire come la pensa: «Matteo è un fuoriclasse», anche se fa «qualche erroruccio», mentre Letta è piuttosto «un centrocampista di quelli che con un tocco vellutato, ti mette solo davanti alla porta». Insomma, per il ministro è "Matteo" il Balotelli della nazionale democratica. Ma dev’essere tutto il Pd a costruire l’azione e, quindi, la squadra deve rimanere unita attorno a un buon regista-segretario. L’Andrea Pirlo della situazione ancora non si vede: «Dobbiamo cercarlo tutti insieme prima del congresso - spiegano i franceschiniani - con Letta e Bersani, ma rifiutando la tentazione di rompere con Renzi, già a partire dalle regole».
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