
Domani vedrà Bersani. Venerdì Berlusconi. Ma col primo, Pier Ferdinando Casini comincia le prove tecniche per un´intesa sulle regionali. Nel pacchetto già quattro o cinque presidenze su cui l´accordo si direbbe a portata di mano. Al Cavaliere, invece, il leader udc parrebbe intenzionato a dare qualche dispiacere. A cominciare dalla modifica della par condicio, «non se ne parla proprio», per finire appunto al rebus delle elezioni di fine marzo: quasi ovunque l´ex presidente della Camera ha l´intenzione di resistere alle lusinghe del premier per rinverdire il vecchio patto, almeno a livello di alcune alleanze locali. «Meno porta a casa il Cavaliere, meglio è», è invece il mantra di Casini. Bersani, e sarà un po´ il debutto operativo della sua nuova strategia delle alleanze, tesse la tela con i centristi. E ne parlerà, domani stesso, appena visto Casini, con lo stesso Dario Franceschini, nel primo vero faccia a faccia che i due avranno dopo le primarie. Oggi invece il segretario vola a Bruxelles, a sostenere la causa di D´Alema ministro degli esteri Ue. Il clima nel partito, archiviata (o quasi) la fuga Rutelli, sembra meno teso rispetto agli ultimi giorni di passione. Pontieri al lavoro, per lasciarsi alle spalle la coda velenosa della battaglia elettorale, e c´è aria di tregua fra maggioranza e opposizione. In vista dell´assemblea dei mille di sabato prossimo. Quindi, "profumo" di accordo interno e spartizione degli incarichi. La Bindi resta in corsa per la presidenza del partito, mentre si fa più forte il pressing su Franceschini perché accetti, a rappresentare la minoranza con un incarico di spicco, il ruolo di presidente dei deputati del Pd. In caso contrario, restano in piedi per Montecitorio le opzioni Fassino, Gentiloni, Fioroni.
Trattativa a buon punto anche, sul fronte esterno, con Casini. Lista comune vicina in Liguria, con la conferma di Burlando. Anche nelle Marche, con Spacca. In Puglia c´è feeling fra Casini e D´Alema, che ha dato buoni frutti alle ultime provinciali (determinante l´appoggio udc a Brindisi per la vittoria del centrosinistra), con l´intenzione di rifare l´operazione. Nichi Vendola, governatore che vuole riprovarci, apre al partito di Pier, i centristi non gradiscono l´ex rifondarolo, Nicola Latorre è al lavoro per far quadrare il cerchio. In Calabria potrebbe andare bene la riconferma di Loiero, però l´Udc strizza l´occhio pure al sindaco di Reggio, in pista col Pdl. Partita complicata nel Lazio. Casini, che era pronto a sostenere un bis di Marazzo, annusa ora un Pd alle corde. Gasbarra è il nome offerto ai centristi (con Bonino o Marino per l´Udc discorso chiuso), ma serpeggia la tentazione Polverini, candidata pdl però in quota-Fini. Oppure l´ipotesi di far debuttare la cosa bianca insieme a Rutelli. Come nel Veneto, appoggiando Galan, se la Lega lo mette alla porta. In Campania né con Bassolino (se ci riprova) né col sottosegretario Cosentino. E in Lombardia? Tanti anni al fianco di Formigoni, ma a Casini la quarta candidatura di fila non è piaciuta. E nel partito Tabacci scalpita per il Pirellone.
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