
UN EURO per entrare in città. Nella primavera del prossimo anno i torinesi potrebbero essere chiamati ad esprimersi sull’ingresso a pagamento per le auto. Il referendum sul road pricing proposto dai Radicali e dal consigliere eletto nel Pd, Silvio Viale, ha passato il vaglio dei tecnici ed è ad un passo dall’approdare in Sala Rossa. La consultazione sarà abbinata alle elezioni europee. L’assessore Lavolta: «Sul ticket d’ingresso stiamo lavorando: potrebbe contribuire a ridurre l’inquinamento».
I TORINESI quando si andrà a votare per eleggere i parlamentari europei potrebbero ricevere una seconda scheda per un quesito tutto locale: «Volete che venga istituito il road-pricing a Torino? Sì o No». Dell’infornata di referendum proposti dai radicali e dal consigliere eletto nel Pd, Silvio Viale, dopo il vaglio dei tecnici, si è salvato solo quello che prevede di consultare i cittadini su un tema spinoso: l’ingresso a pagamento per le auto in città.
La delibera che darebbe il via libera al referendum in occasione della prossima tornata elettorale, quella più vicina è per l’elezione del parlamento europeo nella primavera del 2014, è stata discussa dai capigruppo e nella prossima riunione sarà liberata per l’aula. Prima il segretario generale, Penasso, deve sciogliere solo un nodo, sollevato dal capogruppo del Pd, Stefano Lo Russo: «Al quesito proposto se ne possono aggiungere altri durante il dibattito in Sala Rossa?». Richiesta che deriva dalla paura che qualcuno, come ad esempio Sel, possa agganciare alla questione road-pricing un referendum sui contributi alle scuole paritarie, sulla falsa riga di Bologna. Tema che creerebbe non poche fibrillazioni in maggioranza. Superato questo scoglio ci dovrebbe essere il via libera e pare scontato che alla fine il Consiglio comunale dirà «sì» alla consultazione popolare.
Vero che a fine anni ‘80 la maggioranza dei torinesi si era espressa sulla chiusura del centro alle auto, provvedimento mai attuato. Il road pricing potrebbe fare breccia? «Penso che si possa ipotizzare un pedaggio basso, 1 euro, per l’intera città, come già proposto dal consigliere Musy ad inizio legislatura, investendo poi i ricavi per migliorare i trasporti in città, a partire dalla costruzione della metropolitana. Così si rivoluzionerebbe Torino», dice Viale.
Nella discussione in capigruppo si sono detti favorevoli i 5 Stelle e Sel, mentre il Pdl non è d’accordo:
«Prima di arrivare al referendum spero che sia il Consiglio a discuterne», dice Andrea Tronzano. Contrarissimi i Fratelli d’Italia con Maurizio Marrone, non solo al quesito ma ad ogni ipotesi di road pricing in città. E nel Pd? Ci sono sensibilità diverse. Non è
la prima volta che si discute di pedaggio, tema che fa parte delle linee guida del programma di Fassino, introdotto su sollecitazione del consigliere Alberto Musy ad inizio mandato. E l’ex assessore all’Ambiente dell’epoca Chiamparino, Mimmo Mangone, aveva preparato un dossier e un progetto di road pricing solo per il centro. Il tutto finito nel cassetto.
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