
ROMA Dodici referendum su temi etici, giustizia, rapporti dello Stato con la Chiesa cattolica. Alcuni temi nuovi, altri più vecchi ma disapplicati (come quello sul finanziamento dei partiti). I Radicali scendono in campo per la loro ultima battaglia e chiedono spazio e attenzione sulla raccolta delle firme.
L’accusa nei confronti di media e istituzioni non è nuova. «Le istituzioni non garantiscono un adeguato servizio pubblico di autenticazione delle firme dei cittadini». Anzi - denuncia la pattuglia radicale che ieri ha protestato davanti al ministero dell’Interno - «impediscono o limitano in molte città la raccolta delle 500 mila firme necessarie per i referendum». Questa volta, però, la battaglia radicale non ha trovato i partiti totalmente sordi alle loro richieste di attenzione. Il Pdl ha apertamente appoggiato sei dei dodici quesiti, quelli sulla giustizia, che sono stati benedetti da Silvio Berlusconi. Renato Brunetta ha annunciato ufficialmente di essere a favore di separazione delle carriere dei magistrati, fine dell’obbligatorietà dell’azione penale, responsabilità civile dei magistrati e stop all’ergastolo: temi - spiegano - tenuti fuori dalle riforme istituzionali. Il Pd, invece, appoggia apertamente il referendum sull’immigrazione ma si divide su quello per il finanziamento ai partiti. I renziani sono favorevoli a bloccare ogni forma di sostegno alla politica; il resto del Pd confida sul ddl preparato dal governo che regolamenta in maniera stringente i rimborsi elettorali. Più difficile il dialogo con i centristi che difficilmente possono appoggiare quesiti come l’abolizione dell’8 per mille alla Chiesa o la depenalizzazione sui reati legati all’uso di droghe. Il fronte cattolico, invece, guarda con interesse all’abolizione del carcere a vita (soppresso in Vaticano da poche settimane). Tra i quesiti figura anche quello concernente lavoro e immigrazione e chiede l’abrogazione delle norme discriminatorie che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare degli stranieri e la revisione delle norme sulla custodia cautelare al fine di limitare il carcere preventivo ai soli reati gravi.
Così Marco Pannella, a sorpresa, al termine della sua visita al carcere Regina Coeli di Roma invia un saluto al Papa, ringraziandolo anche per le parole a favore degli immigrati: «Grazie a papa Francesco - spiega - per i due referendum: quello contro l’ergastolo e quello contro i respingimenti assassini nei confronti dei fratelli che vengono da noi, come noi italiani un tempo emigravamo. Grazie a Papa Francesco, grande!» Il leader radicale va avanti con il suo sciopero della fame per tenere accesi i riflettori sull’iniziativa per le carceri e sulla raccolta firme: «Gli obiettivi sono amnistia e i referendum. Con amore ci rivolgiamo al nostro Stato, al nostro presidente della Repubblica perché non abbiamo da vincere contro nessuno, ma abbiamo da vincere insieme. Da sabato notte a domenica notte saremo tutti in sciopero della fame nelle 206 carceri e ovunque».
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