
In questi tempi di Web, meetup, tweet, post, hangout e chi più ne ha più ne metta, i radicali si affidano all’usato sicuro: il caro, vecchio referendum, la forma più collaudata di democrazia dal basso. E visto che ci sono, chiedono al Consiglio comunale di farne addirittura 6 per i quali hanno raccolto le 300 firme richieste per le consultazioni a livello cittadino.
Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvio Viale, vorrebbero che i torinesi potessero dire la loro sui confini della Città metropolitana, su misure più severe per la difesa del suolo, sì o no alla ruota panoramica al Valentino e l’istituzione del road pricing, vale a dire l’ingresso a pagamento per tutte le 420 mila auto che ogni giorno varcano i confini di Torino: «Facendo pagare 1 euro ad auto si troverebbero le risorse per fare un’altra metropolitana» dice Viale. Tra i promotori c’è anche Alleanza per la Città, la lista di Alberto Musy. Infine, visto che sono radicali e tali restano chiedono anche la regolamentazione della prostituzione e l’istituzione delle narcosale. Insomma, ai radicali i grillini fanno un baffo.
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