
Per altri sei giorni ci sarà tempo per fare ipotesi o per criticare i nomi già fatti o che saranno proposti. L’ufficio di presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza, infatti, ha deciso di rinviare a martedì prossimo il voto sui componenti del CdA Rai. Sulla necessità di avere più tempo per l’esame delle candidature erano arrivate richieste dalle associazioni di settore, coinvolte per la prima volta nella selezione delle candidature, dai Radicali (con Marco Beltrandi, componente della commissione di Vigilanza, secondo il quale per «l’altissimo numero di curricula pervenuti appare indispensabile un rinvio del voto dei componenti del Consiglio di amministrazione sia al fine di esaminarli con attenzione, sia al fine di audire in Commissione i più titolati»), dall’Idv e dal Pdl. Non tutti i gruppi erano d’accordo con un ulteriore slittamento della nomina dei nuovi vertici, ma alla fine Sergio Zavoli, il presidente della commissione, ha fatto “una sintesi”. La commissione dovrebbe essere quindi convocata martedì prossimo alle 14, come “seggio elettorale” per il voto sui nuovi membri del CdA della Rai. In attesa delle valutazioni, comunque, la scena negli ultimi due giorni è stata impegnata dalla scelta di Bersani, per conto del Pd, di indicare Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo per le nomine del CdA Rai. Una soluzione che, in linea di massima, è stata condivisa anche se non in maniera assoluta. In alcuni ambienti democratici è stata criticata la carenza di esperienze specifiche sia come amministratori che come esperti televisivi.
Dura, e anche abbastanza ironica, invece, è stata la reazione del Codacons secondo il quale «se Gherardo Colombo entrerà nel CdA della Rai, allora a Pippo Baudo dovrà essere affidato il compito di dirigere una Procura della Repubblica». Una provocazione che non si è limitata solo a queste parole. «Finalmente un poliziotto bravo come il tenente Colombo si accinge a varcare, grazie allo spirito democratico del Pd di Bersani, il portone di Viale Mazzini - ha spiegato l’associazione -. Peccato che di televisione non sappia assolutamente nulla e che tale scelta sia solo il segno del totale asservimento del Pd alla casta nefasta dei magistrati, cui peraltro lo stesso partito deve molta riconoscenza, visto che senza l’opera dei magistrati non avrebbe mai smascherato le malefatte degli oppositori politici, ma anche della stessa Margherita cresciuta all’ombra dell’Ulivo». E mentre il leader del Codacons Carlo Rienzi, candidato al CdA Rai, ieri ha chiesto alla Commissione di Vigilanza di poter essere ascoltato al fine di illustrare il suo programma di riforma della rete di Stato, una ricerca condotta dall’Associazione degli Utenti Radiotelevisivi ha svelato cosa realmente vogliono gli italiani dalla Rai. In particolare - è emerso dall’indagine - gli utenti chiedono che manager e dirigenti della tv pubblica siano individuati direttamente dai cittadini, che si eviti lo sperpero delle risorse pubbliche attraverso i maxi cachet accordati agli artisti, trasmissioni di servizio che aiutino gli utenti a risolvere i piccoli problemi quotidiani, programmi per aiutare gli adulti ad imparare lingue straniere e i bambini a scrivere correttamente in italiano.
Nel pomeriggio di ieri, intanto, il leader Idv, Antonio Di Pietro, ha tenuto una conferenza stampa alla Camera nel corso della quale ha illustrato la lettera inviata al presidente della Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, dopo l’arrivo di 272 curricula: «Occorre stabilire una griglia di criteri che consentano un esame ed una selezione delle candidature più adatte a ricoprire l’incarico di componenti del CdA della Rai. Diciamo no alla logica spartitoria - ha proseguito -. Senza cambiamenti, non indicheremo nomi e usciremo dall’aula al momento del voto».
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