
«La pillola in questione non è un farmaco abortivo, come la Ru486, ma una terapia contraccettiva d'urgenza che va somministrata il prima possibile». È quanto ha dichiarato in merito alla pillola del giorno dopo l'avvocato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione radicale Luca Coscioni, alla recente presentazione romana del libro di Chiara Lalli «C'è chi dice no». Dalla leva all'aborto come cambia l'obiezione di coscienza». La Gallo ha affermato che «il farmacista non può fare alcuna obiezione di coscienza, deve limitarsi a somministrare un farmaco che viene peraltro richiesto con regolare prescrizione medica. Non hanno quindi alcun fondamento legale tali dinieghi e nessuna norma li supporta, mentre la mancata somministrazione dei farmaci è un reato civile e penale. È ora di dire basta. Abbiamo così deciso di aiutare le donne a risolvere immediatamente il problema denunciando il fenomeno e mettendo nel nostro sito un modulo di esposto ai farmacisti che negano questo tipo di terapia». Esplicita Emma Bonino: «Per i farmacisti che si rifiutano di somministrare la pillola del giorno dopo, farmaco regolarmente autorizzato dal Servizio sanitario nazionale - ha detto la leader radicale nella stessa occasione - non ci può che essere il ritiro della licenza». I radicali, che promettono «completa assistenza legale», forse ignorano che esiste abbondante letteratura scientifica la quale prova che la pillola del giorno dopo oltre ad avere effetti contraccettivi può esplicare anche una funzione abortiva. La somministrazione rientra dunque nella disciplina della legge 194 sull'aborto, quindi i farmacisti possono avvalersi del previsto istituto dell'obiezione di coscienza.
© 2012 È vita (Avvenire). Tutti i diritti riservati