
06/10/10
Corriere della Sera - ed. Milano
L'accusa è pesante, «più pesante di tutte quelle mosse finora»: tra le firme raccolte a sostegno del listino di Roberto Formigoni per le elezioni regionali della scorsa primavera, 374 sottoscrizioni sarebbero false. La denuncia arriva dai radicali della Lista Pannella esclusi dalle elezioni regionali dello scorso marzo. Marco Cappato e i suoi hanno avuto accesso («da privati cittadini») ai moduli di firme raccolti a febbraio. Da una perizia calligrafica commissionata a un esperto del Tribunale «risulta che più di 350 firme siano riconducibili alle stesse mani». Cognome, nome, comune di residenza, firma. Per i radicali le grafie non lasciano dubbi: i moduli sono stati compilati irregolarmente. La lista Pannella annuncia una denuncia per falso e non solo. Perché la questione spiega Cappato - è anche di natura politica: «Formigoni non poteva non sapere. Ma ha pensato bene di negare tutto e gridare al complotto. Ora deve dimettersi prima che la procedura faccia il suo corso. È una questione di parola data».
Un passo indietro. La lista «Per la Lombardia» di Roberto Formigoni era stata esclusa il primo marzo scorso dall'Ufficio regionale presso la Corte d'appello che aveva accolto il ricorso della Lista Bonino, secondo la quale il numero di firme valide non era sufficiente. Due giorni dopo il Tribunale amministrativo accolse una richiesta di sospensiva che riammetteva di fatto la lista, decisione confermata il 9 marzo e poi dalla sentenza del Consiglio di Stato a cui si erano rivolti sia la Federazione della Sinistra che gli stessi radicali.
Per le liste escluse (in Lombardia e in Lazio) il governo aveva anche approvato un decreto legge ad hoc. I giudici del Tar lombardo decisero però senza tenere conto del decreto, ma accogliendo di fatto l'esposto del Pdl lombardo secondo il quale i radicali non avevano alcun diritto a ricorrere contro l'ammissione della lista di Formigoni. Ora il nuovo capitolo della querelle. Cappato incalza: «Siccome Formigoni si è rivolto a personaggi non particolarmente credibili per ottenere un aiuto sulla questione delle liste, avendo mentito e accusato i radicali di aver manomesso i moduli, si deve dimettere». Lui, il governatore di nuovo sotto accusa, affida alle agenzie la sua replica. «I radi- cali accusano di falso la mia lista Per la Lombardia? La solita iniziativa propagandistica dei radicali, ai quali non intendo fornire alcuna eco», dice Roberto Formigoni: «Facciano la querela che hanno minacciato e risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà». Proprio per oggi, intanto, è attesa la sentenza del Tar sui ricorsi presentati dalla Lista Bonino che chiedono di far decadere dalla carica tutti i consigliere regionali lombardi eletti.
© 2010 Corriere della Sera - ed. Milano. Tutti i diritti riservati