
18/03/11
Left Avvenimenti settimanale dell'Altritalia
Nel timore di non potere più contare sull'alleato libico per il lavoro sporco nella lotta all'immigrazione clandestina, il governo si è organizzato autonomamente. Per fermare i barconi carichi di disperati, la Guardia di finanza ha deciso di piazzare potenti radar all'interno di parchi e riserve naturali del Mezzogiorno. Si tratta di sensori radar di profondità dal nome complicatissimo, El/M-2226 Acsr (Advanced coastal surveillance radar), che le Fiamme gialle hanno acquistato da Elta systems, società controllata dall'Israel aerospace industries Ltd, con le risorse del "Fondo europeo per le frontiere esterne". Le antenne, montate su tralicci alti 36 metri, sono concepite per individuare imbarcazioni piccole e veloci, come gommoni e motoscafi, fino a 50 chilometri di distanza. Sono uguali a quelle che l'esercito israeliano utilizza per controllare le acque della Striscia di Gaza.
Il primo traliccio italiano (sono cinque in tutto) entrerà in funzione a Capo Murro di Porco (Siracusa), davanti all'oasi marina Plemmirio, ma altri ne sono previsti in Puglia e in Sardegna. A occuparsi dell'installazione e della manutenzione delle strumentazioni sarà la romana Almaviva spa di Aberto Tripi, il più grande gruppo italiano specializzato in informatica e call center, che si è aggiudicata l'appalto di 5.461.700 euro il 22 ottobre 2010. Un appalto che la Gdf ha assegnato in maniera quantomeno poco ortodossa: senza pubblicare un bando di gara sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e senza informare la popolazione. Ma per i militari la scelta è dettata dal fatto che «i lavori e i servizi possono essere forniti unicamente da una determinata fornitrice, la Almaviva spa, che possiede prescrizioni di natura tecnica e i diritti esclusivi dei materiali». Un parere opinabile, visto che, come denunciano alcuni deputati Radicali in un'interrogazione, le attività di montaggio sono poi state subappaltate a un'altra azienda, la Maptel srl. «Il bando relativo ai finanziati dalla Comunità europea con Pon Asse 1.2 (il Programma operativo nazionale sulla sicurezza, ndr) che attengono all'opera in questione - segnalano Elisabetta Zamparutti e altri deputati ai ministeri della Difesa, dell'Economia, dell'Interno e dell'Ambiente - impongono specificatamente il criterio della pubblicità dell'attività progettuale che si intende realizzare con informazione specifica alle popolazioni interessate oltre che l'esposizione del logo europeo in tutti i documenti presentati, sia in fase informativa sia in fase di esecuzione dei lavori».
Le antenne anticlandestino funzionano emettendo microonde, comprese tra i 300 megahertz e i 300 gigahertz, potenzialmente pericolose per i cittadini e per l'ecosistema anche se non esistono ancora studi attendibili sui possibili danni sull'uomo. Ma il dubbio non autorizza la negligenza. Anzi, una direttiva europea del 21 maggio 1992, la cosiddetta "direttiva Habitat", stabilisce che «le autorità nazionali competenti danno il loro accordo a un piano o progetto soltanto dopo aver avuto certezza che esso non pregiudicherà l'integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell'opinione pubblica». Ma l'amministrazione militare della Guardia di finanza, da questo punto di vista, ha agito nel pieno rispetto delle procedure. E il 13 ottobre 2010 ha inoltrato una regolare domanda di autorizzazione alla costruzione al competente ufficio del Genio civile di Siracusa. In appena nove giorni, il 22 ottobre, il Genio civile ha approvato il progetto dopo le indagini geologiche del caso. Una rapidità senza precedenti. «Siamo colpiti da questa velocità - scrivono gli interroganti Radicali - encomiabile sul piano operativo, che però cozza con l'assenza di risposta alla richiesta d'accesso ai documenti amministrativi protocollata presso l'ufficio del Genio civile di Siracusa il 28 gennaio 2011 avanzata dall'associazione Plemmyrion e ancora inevasa, come inevasa è ancora la richiesta di accesso agli atti del comando della Guardia di finanza del 17 febbraio 2011, da parte del Wwf regionale». Gli ambientalisti, infatti, hanno chiesto formalmente di poter conoscere le procedure che hanno portato all'autorizzazione del manufatto. Ma al 15 marzo (giorno in cui scriviamo) non hanno ancora ottenuto alcuna risposta. «Tutto è coperto da segreto militare - dice Giuseppe Patti, presidente provinciale del Wwf per il lavoro -. A noi non è dato sapere nulla. Ma non possiamo rimanere col dubbio che questi radar possano avere un impatto sulla popolazione o sull'habitat. Qui c'è un'oasi naturale protetta con un ecosistema delicatissimo». Giuseppe Patti da anni si batte per la tutela del territorio. Un impegno che la settimana scorsa gli ha fruttato una lettera anonima di minaccia.
L'associazione Plemmyrion, invece, che rappresenta buona parte della popolazione residente, sta vagliando l'ipotesi di un ricorso al Tar per chiedere una sospensiva dei lavori, viziati dall'assenza di informativa prevista dalla legge. «L'Arpa Sicilia, da noi interpellata - scrivono gli abitanti dell'area in una lettera al ministro dell'Ambiente - ha ribadito che non è stato fornito alcuno studio da parte dell'amministrazione militare, anche se non dovuto, facendo notare che manca, di fatto, una valutazione sui potenziali effetti elettromagnetici sugli organismi vegetali e animali e sull'ecosistema della riserva oltre che sul personale addetto e ai visitatori». Dal canto suo, il ministro Stefania Prestigiacomo, siracusana doc, ha detto di essere disponibile al dialogo con i cittadini, definendo il traliccio-radar del Plemmirio «un errore cui va posto rimedio. Penso sia possibile trovare un punto di incontro tra le esigenze di sicurezza nazionale e quelle di tutela delle parti più pregiate del nostro Paese». Un motivo in più per i parlamentari Radicali, per ipotizzare che ci sia «il rischio che l'intero abitato del Plemmirio venga a trovarsi, di fatto, fra la sorgente del fascio elettromagnetico generato dal radar e il mare da sorvegliare, sotto a una cappa dove presumibilmente potrebbero essere superati i limiti d'esposizione ai campi elettromagnetici previsti dal decreto 10 settembre 1998, n. 381».
A completare il quadro delle anomalie c'è una ciliegina sulla torta: l'area concessa alla Guardia di finanza (foglio catastale 133 e particella 54) apparterrebbe a un soggetto privato, non al Comune di Siracusa. Dunque non è dimostrato neanche l'effettivo titolo e uso dell'area. Ma la guerra agli immigrati è una priorità per il nostro governo, a costo della salute dei cittadini. Non si può andare sempre per il sottile e badare a tutti i cavilli burocratici. Del resto, «l'Italia non può essere il Bengodi di tutti i disperati», parafrasando il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
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