
«Un sondaggio ha dimostrato che il 64 per cento dei cittadini del Nordest è favorevole a una legge per regolamentare il rifiuto dei trattamenti sanitari e l'eutanasia. I partiti, invece, fanno in modo che non se ne parli». Parola di Marco Cappato, tesoriere dell'associazione “Luca Coscioni”, ieri a Vicenza per raccogliere firme in favore della legge di iniziativa popolare per il fine vita. Al gazebo il viavai è continuo, la gente si ferma, chiede informazioni e molti sottoscrivono.
«Qui in Veneto - continua Cappato - la percentuale di persone che è favorevole è leggermente più alta della media nazionale e tra questi ci sono il 70 per cento degli elettori leghisti e il 70 per cento dei cattolici. Questo fa capire che non è un argomento da affrontare ideologicamente».
«Gli schieramenti - continua l'ex europarlamentare radicale - non sono tanto contrari alla legge in sé, quando al fatto che se ne discuta. In Italia non c´è mai stato un dibattito in una delle principali trasmissioni tv, se non per un dramma privato, come per Piergiorgio Welby o di Eluana Englaro. Il fatto è che, se se ne parlasse, i politici dovrebbero affrontare i propri elettori. Anche in campagna elettorale è stato un argomento ignorato».
Ora i volontari avranno sei mesi per raccogliere 50mila firme. «A Padova in 3 ore sono state raccolte 100 firme, qui è un viavai continuo. Tra sei mesi spero che avremo un governo e quando presenteremo la legge non penso che il parlamento potrà rifiutarsi di trattare un argomento sul quale più della metà delle persone ha parere positivo».
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