
03/11/10
Liberazione
La rabbia e l’orgoglio omosessuale si abbattono sulle infelicissime parole di Silvio Berlusconi: «E’ meglio essere appassionati di belle ragazze che gay».
Le associazioni lgbtq, anche quelle di destra come Gaylib, mostrano indignazione. L’Arcigay denuncia il clima «imbarazzante e grottesco» e chiede al premier di scusarsi con gli omosessuali e con le donne. Allo stesso tempo annuncia mobilitazioni ovunque, dai flash-mob ai kiss in dove coppie omosex si baceranno in pubblico per protestare contro «tanta sconcezza». Il primo appuntamento scatta già nel pomeriggio a Roma, davanti palazzo Chigi, organizzato dall’associazione Certi diritti e dai radicali. Cartelli e cori: "Meglio gay che pedofilo" e "Bunga bunga fallo con La Russa". E una ventina di persone si è sdraiata sulla strada bloccando il traffico su via del Corso. Il segretario dei radicali Mario Staderini ricorda la coincidenza: il 2 novembre 1975 moriva, assassinato, Pier Paolo Pasolini: «Berlusconi per distrarre dalle sue condotte e dai problemi del paese si rende complice della violenza omofobica di cui sono vittime tanti italiani, aggrediti e discriminati su base sessuale». Il Mario Mieli si appella agli eurodeputati italiani affinché preparino un’interrogazione sulla sortita del premier: «Gli omosessuali italiani si sentono profondamente offesi dalle sue parole, volgarmente contrapposti a triviali comportamenti che come capo del governo dovrebbe risparmiarci».
Lo storico circolo bolognese Il Cassero, insieme con Arcilesbica, sta stampando magliette con la scritta "Meglio gay che..." personalizzabile a piacere.
Sempre l’Arcigay invita Mara Carfagna, che sul tema dell’omofobia ha dedicato una campagna del suo ministero, a stigmatiizare le parole del premier in quanto potrebbero «legittimare discriminazione, ingiustizia e sofferenza». La ministra delle Pari opportunità però minimizza: «È stata solo una battuta». Sabato l’associazione promuoverà una manifestazione a Firenze, davanti la Prefettura, invitando a partecipare cittadini e cittadine «per la dignità di milioni di lesbiche e gay offesi e denigrati da una politica becera e noncurante dei diritti fondamentali delle persone». Paola Concia, parlamentare del Pd, torna a pretendere l’approvazione di una legge contro l’omofobia e spiega: «Chi sbandiera la propria eterosessualità non ama le donne e non le rispetta».
Enrico Oliari, portavoce dei Gaylib, annuncia un avvicinamento a Futuro e libertà con la quale ci sarebbe un accordo per una legge sulle coppie omoaffettive. Daniele Capezzone, ex radicale e oggi portavoce del Pdl, cerca vanamente di salvare capra e cavoli: «Berlusconi rispetta ogni identità, orientamento, preferenza affettiva e sessuale». Ma l’argine non regge. Anzi, la situazione si aggrava con la difesa di Daniela Santanché: «Tutti i genitori vorrebbero un figlio etero».
Nichi Vendola manda in rete una videolettera per chiedere le dimissioni del Presidente del consiglio: «Sono gli abusi di potere, le menzogne, la richiesta di impunità, persino la tua ricattabilità, ecco questi sono i temi a cui non dai mai risposta».
Corpolibero, il coordinamento lgbtiq di Rifondazione, esprime sdegno per le «esternazioni da bettola»: «Per il Presidente del consiglio di un Paese che non riconosce alle persone gay, lesbiche e trans nessun diritto civile, i gay sono mezzi-uomini inadeguati a competere con la sua virilità emblematica di un maschilismo da operetta. Siamo stanche/i di essere governate/i da tale individuo».
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