
L’intervista di Andrea Venuto a Massimiliano Iervolino
Oramai è partita quella che si può definire la madre di tutte le campagne elettorali, una sfida in “rosa”, dal marcato sapore “al nazionale”, che investe la Regione Lazio. Per iniziare un piccolo viaggio, un excursus sui temi e non sugli slogan, abbiamo deciso di interpellare gli addetti ai lavori della buona politica: quelli che fanno i programmi, quelli che lavorano confrontandosi ogni giorno con la società civile, quelli a cui non interessa la visibilità della ribalta ma il laboratorio delle idee per migliorare l’amministrazione della res publica. Per questo abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori delle interviste, lontane dalle polemica ma senza paura nel chiedere ed obiettare come farebbe un qualsiasi cittadino che vuole saperne di più; delle interviste che non avranno alcuna “chiosa” finale proprio perché, l’ultima parola, spetta sempre a chi si è pure preso la briga di leggerci fino in fondo…
Caro Massimiliano, questa volta l’avete fatta proprio grossa... ?
Direi di no. Da circa 5 mesi abbiamo deliberato a favore della presentazione della Lista Bonino Pannella in tutte le regioni . E’ normale che, in una importante come il Lazio, la nostra candidata alla presidenza non poteva che essere la leader Bonino. Il centro sinistra era in una situazione di stallo, la candidatura di Emma gli ha risolto non pochi problemi.
…e chi dice che il PD non è stato in grado di esprimere un candidato perché troppo preso dalle beghe romane?
Sono sempre stato convinto che in politica non basta vincere ma bisogna soprattutto convincere, altrimenti il tempo trasformerà quella vittoria in una sonora sconfitta. Quello che è accaduto in questi mesi dimostra che il Pd ha una classe dirigente troppo chiusa e distante dalla sua base. Questi ultimi hanno sostenuto dal primo minuto la candidatura della Bonino, mentre i dirigenti aspettavano i signori dell’Udc. Ma è una storia che si ripete, nelle più importanti battaglie civili di questo paese la base del Pci è stata sempre al nostro fianco, cosa che non avveniva per i loro dirigenti.
Parliamo allora di idee, del resto è quello che ci interessa. Tu sei “famoso” perché indicato come uno di quelli a cui piace chiudersi in una stanza e, dopo aver raccolto le istanze dei cittadini, elaborare proposte e atti concreti da tradurre poi in programmi e propositi: essendone tra i fautori, quali saranno i caposaldi del programma di Emma Bonino?
Legalità, trasparenza e partecipazione. La nostra regione ha bisogno di una rivoluzione positiva, troppi sono gli interessi che si intrecciano con la politica. Dobbiamo aprire le stanze del potere ai cittadini, fargli capire che qualsiasi nostro provvedimento sarà fatto per migliorare la vita di tutti i giorni, ma tutti dovranno rispettare la legge e le regole, innanzitutto chi, come le lobby, si vantano di detenere le chiavi della Pisana. Noi non siamo contro i privati, ma esigiamo il rispetto delle regole da parte di tutti. La storia del nostro partito non è ricattabile quindi abbiamo tutte le carte in regola per governare senza pressioni esterne.
Non si rischia dunque, come qualcuno vuole far intendere, che le due candidate perseguano gli stessi obiettivi? Essendo ben evidenti e chiari i problemi della Regione Lazio, non ci vuole un’ideologia politica specifica per dire che la sanità regionale fa acqua da tutte le parti…
La sanità regionale è allo sbando perché chi ci ha governato non ha avuto la forza di progettare, inoltre sì è caduti nell’errore di non riformare un sistema che fa acqua da tutte le parti. I miliardi di euro di debito lasciati dalla giunta Storace hanno condizionato non poco il Governo Marrazzo che qualcosa ha fatto, ma molto altro si deve fare. Noi vogliamo una Regione che programmi e controlli, una programmazione che avvenga nel primo anno di legislatura e non nell’ultimo, dei controlli sulle strutture pubbliche e accreditate da tenersi quasi mensilmente con i risultati pubblicati su internet per dare alla cittadinanza la possibilità di conoscere la situazione dei nostri nosocomi e non solo. I cittadini sono sfiduciati e per riconquistarli abbiamo bisogno di cambiamenti radicali, proprio per questo proporremo la valutazione dei servizi e dell’operato di tutto quello che concerne la sanità.
A proposito di sanità: quali sono le vostre proposte per l’abbattimento delle liste d’attesa?
Nel sistema Recup devono confluire le agende delle strutture accreditate e le Asl e le A.O devono dare il 70% delle loro agende al sistema di prenotazione unica, proprio come dice la delibera Storace. Solo così riusciremo a risolvere l’annoso problema delle liste di attesa. Questo va fatto nei primi cento giorni di Governo.
Tu sei stato ideatore e primo firmatario della delibera di iniziativa popolare sulle unioni civili al Comune di Roma. Dopo cinque anni di governo regionale, la sinistra al completo, non ha mai preso in considerazione nessuno di questi temi che invece, Radicali e Bonino in testa, hanno ben impresso nel proprio dna. Ora, con la campagna elettorale ai nastri di partenza, la sinistra si “ricorda” di temi come quello delle coppie di fatto: c’è qualcosa che non quadra?
In cinque anni il centro sinistra del Lazio non ha saputo, e voluto, estendere alle coppie di fatto la legge 32/2001 inerente alla famiglia. Questo è stato un gravissimo errore, purtroppo molte volte la politica di palazzo è più attenta agli equilibrismi interni, e di potere, che alle reali esigenze dei cittadini. Tante coppie di fatto sono formate da persone cattoliche, così come negli anni 70 tante donne che volevano la legalizzazione dell’aborto e del divorzio erano credenti….
E con il cosiddetto “voto cattolico” ci sarà davvero da mediare..?
Noi non abbiamo problemi con i cattolici perché storicamente si sono sempre riconosciuti nelle nostre battaglie, questo paese oggi è più europeo proprio grazie alla collaborazione positiva tra i laici e i credenti, grazie a questa intesa abbiamo vinto parecchie battaglie contro i vari fondamentalismi.
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