
21/03/11
La Gazzetta del Mezzogiorno
Dice di farlo «per una riflessione politica e non per calcolo». L'ultimissimo della lunga schiera di coloro che hanno deciso di cambiar casacca è Luigi Muro, deputato napoletano subentrato alla Camera al posto del dimissionario Domenico De Siano, che, per annunciare la svolta, ha scelto la ribalta della prima assemblea nazionale di Fli.
Ma quanto a tasso di attaccamento al partito, non va meglio in casa Pd dove minacce di addii e fughe compiute sono ormai all'ordine del giorno: e se gli esponenti nazionali di area ex Margherita, oggi MoDem, rumoreggiano e invitano il segretario Bersani a invertire la rotta, passano all'azione il. consigliere regionale del Veneto Andrea Causin e il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini.
Un via-vai politico che pesa anche sulla conta dei voti. Dopo la scelta di Muro il gruppo di Fli a Montecitorio passerebbe a 29 parlamentari. Ma sul numero definitivo pesa ancora l'incognita Cosenza: la deputata che, nelle scorse settimane, annunciò l'intenzione di tornare nel Pdl. Annunciato, però, l'addio non è stato ancora formalizzato.
Come accennato, però, chi per cuore, chi peraltro, in molti hanno deciso di cambiare casacca: solo per citarne alcuni i senatori di Fli Viespoli, Saia, Menardi e Pontone. E, alla Camera, Rosso, Souad Sbai, Siliquini e Barbareschi che strappò a Fini l'epiteto di «pagliaccio». Defezioni, alcune, seguite alle nomine di Italo Bocchino a vice di Fini e di Della Vedova a capogruppo alla Camera. Altre, da leggere come effetti dell'azione di «pressing» di Berlusconi. Intanto la maretta nel Pd sembra montare: e da alcune parti arriva l'invito ai vertici a non minimizzare e, per usare le parole del deputato veneto Viola, «a non mettere la polvere sotto al tappeto». Gli fa eco Giorgio Merlo: «Il disagio e il malessere che serpeggiano sostiene non possono innescare la fuga indiscriminata dal partito. I cattolici democratici, i popolari e i moderati nel Pd svolgono un ruolo decisivo per riconfermare la sua natura plurale. Chi scappa rischia di favorire solo il progetto dei Latorre di turno che coltivano lo strano e bislacco disegno di trasformare il Pd solo in un grande partito di sinistra».
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