
L’impressione generale è che ormai non ci si possa fare niente: lo tsunami-Grillo è in atto, i suoi effetti stanno per scatenarsi nelle urne elettorali e rovesciarsi poi sui palazzi della politica. Il rush della sua campagna sarà al fulmicotone: non più solo comizi ma anche l’odiata televisione, con l’esordio su Sky domenica sera in collegamento dal suo camper.
Il che non esclude, anzi, che nei giorni decisivi della campagna elettorale, il comico genovese non si faccia ospitare anche da altre reti (nulla si sa dei contatti con la Rai, più certe le voci di una trattativa con Enrico Mentana). Ma, quali che siano le scelte televisive di Grillo, la scelta di affiancare alle piazze e alla Rete anche la tv sta a indicare che ormai lui punta a sbancare. A far sì che quella del 2013 passi alla storia come la “sua” campagna elettorale. Il comizio del 22 a san Giovanni – a quanto pare – sarà un evento.
Secondo alcuni pareri di autorevoli osservatori, Cinque Stelle si appresta a fare man bassa degli indecisi che alle ultime elezioni avevano votato per Berlusconi, continuando contemporaneamente a rosicchiare consensi nell’area del non-voto di sinistra e in quella del bacino di Ingroia-Rifondazione comunista: un combinato disposto che potrebbe garantire all’ex comico una percentuale oltre le aspettative. Addirittura in gara per il secondo posto. Per i partiti è arduo arginare l’onda. È tardi.
I grillologi sono da tempo al lavoro per analizzare un fenomeno del tutto inedito (qui sotto potete leggere due contributi importanti), mentre i politici si interrogano su quello che Cinque Stelle potrà portare nel futuro della politica italiana. Una volta varcate le soglie di Montecitorio e palazzo Madama cosa faranno le decine e decine di parlamentari di Grillo? Se ci sarà il “botto”, che succederà al Movimento? «Non lo so – si è schermito ieri lui stesso – se dovesse succedere ’sto botto saremmo anche un po’ in difficoltà, dovremmo organizzarci e scegliere le persone in fretta». Tutto on line, nomi, scelte, linea: «Ogni decisione la prenderemo coinvolgendo la Rete». Una parola.
La domanda che ci si pone è: quanto reggerà la baracca grillina? In una situazione politicamente non governata (ricordiamoci che il leader in parlamento non ci sarà), come si muoveranno personaggi («anche brave persone», disse Bersani) che nella loro vita non hanno mai avuto a che fare con aule parlamentari, leggi, norme, regolamenti, accordi, discorsi, votazioni eccetera eccetera?
Il precedente dei radicali non fa testo: loro erano una pattuglia piccola ma politicamente agguerritissima e fatta di persone che facevano politica da una vita, molto consapevole, con un leader carismatico – Pannella – e precise idee sulla vicenda politica di allora (era la legislatura della solidarietà nazionale). Più consono il paragone con la prima Lega Nord, che tuttavia era più coesa “ideologicamente” e anch’essa forte di un leader determinato – il giovane Bossi. Ma i grillini? Nel Pd c’è chi è convinto che il gruppone di Beppe non terrà a lungo. Con qualcuno che già ipotizza possibili intese su questioni specifiche, puntando magari al colpo grosso di una convergenza sul prossimo presidente della repubblica. In questa logica, i parlamentari grillini potrebbero essere “addomesticati”, in un processo di metabolizzazione che in passato il sistema politico-parlamentare ha garantito. Alla fine di questo processo, i cui tempi sono del tutto incerti, si potrebbe giungere ad un esito simile a quello della Idv dipietrista, un gruppo anche quello caratterizzatosi inizialmente come “cane da guardia” ma via via sfarinatosi e infine esploso in più direzioni.
Ciò non vuol dire che nella primissima fase i seguaci di Grillo non si caratterizzeranno per intransigenza e atteggiamento anti-sistema. «Si muoveranno per sfasciare la legislatura e riportare l’Italia alle urne», come pronostica un importante esponente del Nazareno. Non faranno sconti. Ma, appunto, quanto reggeranno? Si accettano scommesse.
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