
L’ex Palazzo delle Poste ha ospitato in questi giorni una interessante mostra, «eVisioni - il carcere in pellicola, collage e graffiti», allestita attingendo al ricco archivio della Mediateca Regionale, da poco risorta a nuova vita dopo una lunga inattività. La manifestazione è nata dall’impegno profuso dall’associazione «Antigone Piemonte Onlus», finanziata dalla Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, e realizzata in collaborazione col Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, la Mediateca Regionale Pugliese, il Centro studi dell’Apulia Film Commission, il Museo della Memoria Carceraria - La Castiglia di Saluzzo (CN), il Ministero della Giustizia - Casa circondariale di Bari e l’associazione «Sapori Reclusi».
La mostra comprende una raccolta di manifesti cinematografici relativi a film carcerari ovvero al prison movie, uno dei più appassionanti e longevi fra i generi cinematografici (nato nel cinema americano, dove ha la sua «sede» d’elezione, agli inizi del sonoro, come naturale quanto complementare prosecuzione del gangster movie). Pur spettando al cinema hollywoodiano la primogenitura di tale genere, esso si è esteso dopo ad altre cinematografie, soprattutto europee, la cui filmografia non manca di opere di grande rilievo. Come sottolineato dai curatori Claudio Sarzotti e Guglielmo Siniscalchi, la mostra spazia dai primi anni Trenta del secolo scorso fino ai giorni nostri, e in essa si colloca l’esposizione dei collage eseguiti dall’artista Agnese Purgatorio con le detenute della Casa Circondariale di Bari per il «Centro di Documentazione e Cultura delle Donne», nonché delle fotografie di graffiti carcerari, a cura di Davide Dutto, realizzate presso l’ex carcere della Castiglia di Saluzzo, luogo che ospiterà tra qualche mese il primo museo in Italia dedicato interamente alla storia del carcere.
La mostra rientra in un più ampio programma che, iniziato giorni fa si conclude oggi con un seminario, «Inside carceri», il cui filo conduttore è l’istituto carcerario nel suo complesso, con particolare attenzione alle distorsioni e ai limiti - di cui le cronache di tanto in tanto ci riferiscono - che ne compromettono la funzionalità e i fini. La giornata odierna, sempre all’ex Palazzo delle Poste, prevede alle ore dieci la proiezione del documentario Inside carceri, cui seguirà un dibattito organizzato dalla Associazione «RadicaliBari» al quale partecipano il professor Claudio Sarzotti della Associazione Antigone, Rita Bernardini ex deputata Radicale ed ex membro della Commissione Giustizia, l’avvocato Michele Mea della Associazione «Prospettiva Legale». Il documentario è un reportage di «Next New Media» e degli attivisti di «Osservatorio Antigone», associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, i quali hanno visitato 25 istituti in tre mesi per attestare la situazione delle carceri italiane mediante interviste a detenuti e operatori penitenziari, da cui emergono violazioni dei diritti nonché situazioni di vita insostenibili: celle senza finestre, stanze sovraffollate nonostante vi siano reparti costruiti e mai aperti. Un paradosso tutto italiano.
© 2013 la Gazzetta del Mezzogiorno. Tutti i diritti riservati