
21/10/10
La Repubblica - ed. Milano
Firme fatte della stessa mano. Talvolta a gruppi di due, più spesso molto di più, fino a quarantasette tracciate con la medesima calligrafia. La perizia di parte affidata dai radicali alla dottoressa Laura A. Guizzardi, perito grafologo presso il tribunale, parla chiaro. «Alcune persone hanno apposto gruppi di firme, altre hanno sottoscritto interi elenchi». Ma c'è di più. Chi ha messo le firme false non si è neppure preoccupato di differenziarle una dall'altra per dar loro un minimo di credibilità. «Ha semplicemente utilizzato la sua calligrafia - dice il perito - per tutte le firme».
Un esempio. Ce ne sono ventiquattro, nell'elenco numero 5, che secondo la grafologa non lasciano dubbi: «Sono tutte riconducibili ad un unico soggetto. Lo dimostrano le dimensioni delle lettere e le proporzioni tra le zone di scrittura (inferiore, mediana e superiore)». Di più: nella prima firma (Giovanna R.) e nella numero diciassette (Giovanni B.) nel dittongo "io" «si rileva una gestualità particolare, dove il tracciato non va a delineare semplicemente il puntino "i", ma si slancia verso l'alto per poi definire rapidamente la "o" con profilo avvolgente». Sempre l'elenco 5: nella firma numero 5 (Roberto F.) e in quella numero 16 (Umberto F.), poi, la corrispondenza è di tutta evidenza. Lo provano «lo schiacciamento eccessivo dell'ovale "b", la configurazione divaricata della "t", la coppia letterale "ar" che isolata dal contesto assume le sembianze di una "d"».
E lo stesso si ripete tra le firme di una stessa famiglia: la numero 12 (Walter R.), la 13 (Angela R.) e la 15 (Cinzia R). In questo caso nel mirino è il cognome: «La somiglianza tra le calligrafie risulta evidente nella coppia di "zz"». E la cosa risulta in modo ancora più evidente, sottolinea il perito, esaminando gli elenchi numero 47 e 58: «Nel primo caso, tutte le quarantasette firme sono state fatte evidentemente dalla stessa persona». Lo si capisce da una sua caratteristica dominante che in gergo tecnico viene definita "stilizzazione grafemica", ovvero una scrittura quasi illeggibile: la firma si sviluppa rapidamente in orizzontale «ma con una "carente sinergia", a causa dell'influenza frenante di passaggi angolosi connessi a numerosi elementi verticali».
E, se si eccettuano due firme dell'elenco numero 47, anche qui lo scrivente non si è preoccupato di differenziare le firme una dall'altra. Il massimo lo si raggiunge quando nomi diversi, tracciati con la stessa calligrafia, finiscono per apparire identici. E quello che balza agli occhi mettendo a confronto le firme 20 (Antonio M.) e 21 (Anbrogio L.), che fanno parte dell'elenco numero 47, e la firma numero 23 (Andrea M.) dell'elenco 58. Spiega ancora la grafologa Guizzardi: «Nonostante si tratti di nominativi diversi (Antonio, Ambrogio e Andrea), l'immagine grafica impressa dall'autore attraverso i suoi specifici automatismi è sostanzialmente la medesima, stilizzata e con fascia mediana di scrittura "stirata" in orizzontale. La circostanza è del tutto evidente anche nei nomi delle firme numero 18, 14, 2 e 21: rispettivamente, Vincenzo, Umberto, Salvatore e Leonardo». Come se non bastasse, l'autore delle firme è la stessa persona che ha compilato in stampatello anche tutte le parti del modulo riguardanti le generalità dei sottoscrittori. Oltre allo stile, le firme numero 7 (Simone B.) e numero 16 (Sara F.) dell'elenco 58 hanno in comune «le stesse modalità che chi scrive utilizza nello stampatello».
Oltre agli elenchi interamente sottoscritti da un'unica persona, poi, sono numerosi quelli in cui si rileva «l'agire di un'unica mano per gruppi di firme». Bilancio finale: ci sono dati tecnici «chiari e univoci» per 473 firme, mentre per altre 99 sono emersi «attendibili riscontri di riconducibilità a un medesimo estensore»: ma per verificarli, conclude la grafologa Guizzardi, servono «ulteriori approfondimenti» e «tempi più lunghi, consoni alla delicatezza dell'indagine».
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