
Sul tavolo della Commissione Giustizia di Montecitorio sono arrivate otto proposte di legge per chiedere che si riconoscano le unioni di fatto. Vale a dire quelle persone che decidono di convivere stabilmente, ma senza essere legati dal vincolo matrimoniale. Un vuoto normativo che va colmato per riconoscere pari diritti alle coppie che vogliono vivere sotto lo stesso tetto scegliendo in piena libertà in che modo farlo, convivenza o matrimonio.
Una scelta sempre più diffusa quella della convivenza e che richiede una regolamentazione. Diverse le parti politiche scese in campo e che hanno presentato un provvedimento. Nello specifico: Rita Bernardini dei Radicali, Lucio Barani Pdl, Mimmo Lucà del Pd, Pierluigi Mantini dell'Udc, Alessandro Naccarato del Pd, Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori e due proposte, infine, sono state firmate da Paola Concia del Pd. Otto provvedimenti per colmare un vuoto normativo e riconoscere pari diritti alle persone che decidono di convivere stabilmente, ma senza essere legati "obbligatoriamente" dal vincolo matrimoniale.
La proposta di legge del democratico Naccarato vuole mettere nero su bianco certificando ufficialmente, con il periodo e le caratteristiche proprie della convivenza, l'unione tra due persone. Un modo questo per suggellare il nuovo "modello del vivere assieme e delle forme della loro dissoluzione e ricomposizione". Il provvedimento siglato dall'Ido, invece, introduce il patto civile di solidarietà (Pacs), vale a dire uno strumento giuridico che consente alle coppie di regolare i reciproci rapporti patrimoniali e personali.
Si differenzia dagli altri testi la proposta dell'Udc che punta i riflettori sull'amplia mento "dei di- ritti e dei doveri della persona nelle sue relazioni". In particolare, i diritti di successione, l'assistenza sanitaria e penitenziaria, la locazione e l'assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica, il permesso di soggiorno e gli obblighi alimentari. Tra i testi spiccano quelli presentati dalla deputata democratica Paola Concia che punta ad estendere tali diritti anche alle coppie omosessuali.
"La mancata predisposizione di qualunque forma di riconoscimento delle unioni stabili tra persone dello stesso sesso nel nostro Paese rischia di assegnare all'Italia - si legge nel testo della proposta presentata da Concia -, in questa materia, un primato negativo che certamente nuoce alla reputazione internazionale del Paese in materia di tutela dei diritti umani". Un mancanza che crea non pochi problemi alle coppie omosessuali, vittime di queste discriminazioni, poiché nega "al convivente il diritto di assistere il proprio partner morente in ospedale" e non garantisce " il diritto di subentrare nell'affitto della casa comune in caso di morte o di sopravvenuta incapacità del partner".
Nel frattempo nell'altro ramo del Parlamento alcuni senatori hanno presentato un ddl nel quale si definiscono le linee di "un accordo di unione solidale" nel quale vengono riconosciuti ai conviventi gli stessi diritti dei parenti di primo grado in relazione, tra l'altro, all'assistenza sanitaria e penitenziaria, alle decisioni sulla donazione degli organi, al subentro nel contratto di locazione, all'equiparazione dei figli dei conviventi e alla possibilità di concorrere alla successione legittima, oltre che in merito alla previsione di alimenti al partner in proporzione alla durata della convivenza.
Il testo, che porta la prima firma del senatore repubblicano Antonio Del Pennino (ma è sottoscritto, oltre che da Luciana Sbarbati, anche da esponenti di Pdl, Pd e radicali), è stato illustrato ieri in una conferenza stampa a Palazzo Madama.
Nell'illustrare i dettagli della proposta, Del Pennino ha sottolineato che questa iniziativa riprende i contenuti del testo a prima firma dell'ex senatore Cesare Salvi approvato nella scorsa legislatura dal comitato ristretto della commissione Giustizia , dopo il pasticcio dei Dico. "Non abbiamo previsto nulla in tema di reversibilità della pensione - ha precisato l'esponente repubblicano - proprio perché si tratta di un tema molto complicato, ma abbiamo scritto che dovrà essere affrontato poi in un quadro complessivo di revisione della materia".
"Viene introdotto un registro degli accordi di unione solidale, che andranno sottoscritti dai conviventi di fronte al giudice di pace o a un notaio", ha spiegato Del Pennino che ha definito la proposta di legge "una soluzione equilibrata, rispettosa anche delle convinzioni dei credenti". Insomma, ha concluso Cecchi Paone, "speriamo che almeno il Senato calendarizzi presto questa legge" perché "non si può più accettare che le istituzioni ignorino la vita reale delle persone e i cambiamenti sociali: oggi in Italia ci sono oltre 600 mila coppie di fatto, il che vuol dire che oltre un milione e duecentomila persone vivono in un regime di convivenza non regolato. Solo Italia, Grecia e Ungheria non hanno dato ai cittadini strumenti normativi per rendere più praticabili l'amore e la convivenza".
© 2012 Lab Il Socialista. Tutti i diritti riservati