
Non è da sottovalutare uno degli elementi che hanno spinto al vero e proprio appello lanciato dal New York Times in favore della legalizzazione del- la marijuana: lo studio secondo il quale, pur facendone un uso quantitativamente simile, neri e bianchi statunitensi vengono arrestati in misura diversa per fatti legati alle droghe. Non soltanto i black vengono fermati più spesso dei white, ma vengono anche condannati a pene più severe. Qualcosa di simile avviene anche da noi, dal momento che le prigioni nostrane pullulano di immigrati e/o tossicodipendenti.
Uno studio potrebbe forse dimostrare questa pericolosa convergenza, offrendo una conferma di come proibizionismo e razzismo possano andare a braccetto, continuando a favorire di fatto la criminalità organizzata, che si pasce di divieti e che sfrutta una manovalanza di immigrati irregolari. Legalizzare le droghe, tutte le droghe - che non significa, come i Radicali ripetono sempre, liberalizzarle - sarebbe dunque un enorme passo avanti anche per noi e forse anche nella direzione di un minore razzismo del Belpaese. Oltre, ovviamente, a risolvere in parte quell’annoso problema rappresentato dal «sovraffollamento» del nostro sistema giudiziario e carcerario.
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