
Nel movimento dei contrari all'alta velocità c'è anche un cattedratico del Politecnico di Torino. Si chiama Massimo Zucchetti. Ha 51 anni ed è professore ordinario di «Sicurezza e analisi di rischio», «Protezione dalle radiazioni» e «Storia dell'energia nucleare». È membro del «Comitato scienziate e scienziati contro la guerra». Due sue denunce sono inquietanti. La prima riguarda la radioattività delle rocce che dovrebbero essere scavate per far passare i treni. «Già nel 700 a Giaglione - spiega - c'era una miniera di uranio che allora veniva usato per le pentole. L'Agip lo ritrovò negli anni '70.
In una galleria abbiamo misurato una radioattività pari a cinque volte il valore normale. Non ne farei un punto cruciale per dire no all'opera, ma è meglio saperlo». L'altra segnalazione riguarda i gas lacrimogeni del tipo Cs usati dalle forze dell'ordine: «Sono vietati nelle operazioni di mantenimento della pace. Non modificano il Dna delle persone, ma diminuiscono la resistenza naturale dell'organismo all'insorgere di tumori. Qui c'è gente che se li è presi in più occasioni».
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