
Il clima di odio contro Berlusconi? «I magistrati non sono estranei». Di più: due procuratori aggiunti, Armando Spataro a Milano e Antonio Ingroia a Palermo, «da anni non fanno altro che insultare il premier e il centrodestra». Quindi «sono oggettivamente corresponsabili del clima di violenza che si è creato». Parola di Gianfranco Anedda, consigliere laico del Csm, ex esponente di An. Plenum straordinario per approvare il parere sul processo breve. Definito «uno tsunami per la giustizia», «incostituzionale», «irragionevole», «un´amnistia processuale». Ma alle 11 e 30 il vice presidente Nicola Mancino apre d´obbligo la seduta ed esprime «la più ferma condanna» per l´aggressione a Berlusconi. Un minuto dopo Anedda cita Spataro e Ingroia, ne elenca singoli interventi, motiva la teoria della corresponsabilità. I togati s´infuriano. In sequenza: Livio Pepino (Md) parla di «speculazione inaccettabile»; Giuseppe Maria Berruti (Unicost) lo rimprovera di «lanciare due nomi di magistrati esposti e indicarli all´odio sociale»; Dino Petralia (Movimento giustizia) vede «un accanimento che va oltre quello contro la magistratura»; Fabio Roia (Unicost) trova «irricevibile» che si citino frasi di colleghi «come concausa dell´aggressione al premier». Mancino, stupefatto, si chiede «perché si debba ritenere responsabile del clima di tensione un giudice che partecipa a una riunione o esprime un giudizio non condiviso». La partita si chiude. Spataro e Ingroia non replicano. Il primo dirà solo che quelle parole «si commentano da sole», Ingroia ringrazia l´Anm per la solidarietà. Per quella siciliana e per il presidente Luca Palamara l´opinione di Anedda è «grave e inaccettabile», considerazioni quasi fatte apposta per «alimentare il clima di delegittimazione verso le toghe».
Cosimo Ferri (Mi) vorrebbe rinviare il processo breve, ma tutti vogliono andare avanti. Il motivo c´è. Dopo poche ore, alla commissione Giustizia del Senato, si chiude il termine per gli emendamenti che si discutono da stamattina. Il Csm vuole il suo parere lì sul tavolo. Così avviene. Il testo della sesta commissione presieduta da Ezia Maccora (Md), un «buon lavoro» secondo il pg della Cassazione Vitaliano Esposito, è votato da tutti, Mancino compreso, contro solo Anedda e Michele Saponara (Pdl). Una bocciatura secca, pur se Mancino la considera solo «un parere inviato al Guardasigilli». Il testo, spiega la Maccora, è zeppo di incostituzionalità perché sono violati i principi del giusto processo e del diritto alla difesa, si risolve in un´amnistia per la corruzione («Sarà impedito l´accertamento giudiziario»), arreca danni allo Stato perché aumenteranno le richieste di rimborso con la legge Pinto. Gli interventi sono durissimi. Berruti «così si uccidono i diritti», Roia «in nome d´interessi privati s´innesca uno tsunami sulla giustizia», Esposito «inaccettabili due prescrizioni», Betta Cesqui «è il sogno di chi vuole realizzare l´eterna giovinezza sopprimendo la gente di 20 anni», Mauro Volpi «una colossale presa in giro». Tranchant Mancino, che pure chiede di togliere i riferimenti alla Costituzione: «Anziché accelerare, si allungheranno i tempi dei processi, che si riprodurranno in campo civile con ulteriori aggravi per lo Stato».
Ma il Pdl va avanti, anche se era stato proprio Fini a sollevare, nell´incontro con Berlusconi, gli stessi dubbi di costituzionalità del Csm. Ma ora Italo Bocchino parla di «Csm terza Camera», Osvaldo Napoli di un Csm che «sentenzia sull´incostituzionalità al posto della Consulta». Michele Vietti (Udc) si augura che «il governo faccia tesoro dei rilievi», Donatella Ferranti (Pd) che il ddl «sia ritirato» perché «inemendabile» (Luigi Li Gotti, Idv). Il Pdl lo esclude. Nonostante i 180 emendamenti del Pd, tra cui quelli di Felice Casson che chiede «di escludere corruzione, concussione e reati contro la Pa dal processo breve», i 30 dell´Idv, 25 dei Radicali. Dal Pdl le modifiche del presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli e del vice Roberto Centaro aggiustano qui e là il testo. Ancora nulla dal relatore Giuseppe Valentino che dovrà pronunciarsi sulla scansione delle fasi e sulla norma transitoria.
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