
08/11/10
Il sole 24 ore
Era successo solo una volta dal 1926. Nel 1997 Carla Guidi, nata a Lucca nel 1935, fu la prima donna a metter piede nel consiglio nazionale forense. Il 2010 avrà ora un altro primato: le professioniste che prenderanno parte il prossimo 11 novembre alla prima riunione del nuovo Cnf sono addirittura due: Susanna Pisano, classe 1953, avvocato dal 1978 del foro di Cagliari, e Carla Broccardo, classe 1967, avvocato dal 1997 nel distretto di Bolzano. Un gran cambiamento, che va nella direzione dei mutati equilibri di genere anche nella professione. Nel 2009 le studentesse erano il 60,7% dei laureati in giurisprudenza, mentre le iscritte alla cassa forense sono il 40,7% e le donne sono anche la maggioranza dei praticanti. La rappresentanza nel consiglio nazionale, dopo l’ultima elezione, passa così da zero al 7,6 per cento (due su 26 componenti). «Il cambiamento è in atto ed emerge con forza proprio dai numeri del recente studio Censis; è ancora in ritardo invece la consapevolezza di tale cambiamento da parte delle donne avvocato e la presa di coscienza da parte della società» spiega la Broccardo. Aggiungendo: «È sicuramente un traguardo importante questa recente nomina di due donne al Cnf, ma l’attenzione che ne è nata è purtroppo il segno che è considerata ancora un’anomalia». Per la Pisano il cambiamento è frutto di un’attività sul territorio: «Ritengo particolarmente significativo e importante l’esito del lavoro fatto dalla commissione nazionale delle pari opportunità e dai comitati dei fori locali, che ha consentito di vedere per la prima volta presenti nella composizione della massima istituzione dell’avvocatura italiana due professioniste». Resta il fatto che le donne, secondo una ricerca del Censis realizzata per la commissione pari opportunità dell’ordine, guadagnano in media la metà dei loro colleghi e hanno una mortalità professionale pari al 25% intorno ai trent’anni, in corrispondenza con la prima maternità. Per le giovani avvocate «l’aspettativa principale - secondo la Broccardo - è di poter svolgere la professione in condizioni di effettiva parità con i colleghi uomini. Questo significa poter avere libero accesso alle aree di interesse e alla possibile clientela, indipendentemente da pregiudizi o stereotipi purtroppo ancora diffusi, come la preferenza di clienti "importanti" per l’avvocato uomo». A riguardo, secondo la Pisano, c’è ancora molta strada da percorrere: «Credo che debba fare parte del nostro impegno sensibilizzare i colleghi del consiglio sui problemi delle nuove generazioni, in gran parte composte da donne che si affacciano alla professione e che vogliono contemporaneamente mantenere intatti i loro diritti di essere prima di tutto persone, poi donne, mogli e madri». Ma quale sarà l’impegno delle nuove consigliere? «Quello di affrontare tutte le problematiche della politica forense e dell’istituzione, tenendo sempre la barra ferma sulla valutazione dell’impatto di genere delle innovazioni da apportare, così come ci richiede la normativa comunitaria da diversi decenni», spiega la consigliera sarda. Mentre la collega Broccardo precisa: «I propositi sono molti, come anche gli ambiti di interesse. Spero innanzitutto di poter contribuire con un diverso punto di vista alla trattazione delle questioni di volta in volta sul tavolo. Si tratta ovviamente di piccoli passi, ma concreti, con attenzione alle esigenze di rinnovamento e ai valori dell’interdisciplinarietà». Entrambe pronte, quindi, alla prima riunione del nuovo consiglio.
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