
07/02/11
Libero Quotidiano
Speravamo che questa domenica fosse stata per don Giorgio Morlin una domenica ripiena di luce, ovviamente non più attinta da l’Unità, ma da quanto il Signore ci trasmette attraverso la sua Parola. Ma in pochi dicono che sia trascorsa così... Da alcune ricerche, abbiamo constatato che il sacerdote ogni tanto sente l’esigenza "spirituale" di apparire sulla scena pubblica attraverso idee progressiste, che lo vedono catapultato in quella bolgia mediatica, di cui non può fare a meno perché sente «il bisogno di annunciare a tutti Cristo». Ma quale Cristo? Una cosa è certa. Lo fa a discapito dei suoi parrocchiani, i quali lamentano questa sua passione per il colore rosso. Hanno udito di tutto, i fedeli. Persino criticare Benedetto XVI, dichiarando che l’enciclica "Spe Salvi" manifesta «una cultura cattolica chiaramente strumentale e schizofrenica, che spegne la speranza e la profezia». Senza dimenticare di puntare il dito anche verso l’ultimo intervento del cardinale Bagnasco: «La Cei deve esprimersi in modo chiaro e deciso, non in modo soft, come fatto finora, contro la disgregazione dei valori, il modello Berlusconi sta prendendo le nostre teste, devitalizzandole. Così non si va avanti». Come sacerdote della Chiesa, mi permetto di parlare al prelato attraverso l’ultimo testo, "Il Sigillo", del cardinale Mauro Piacenza, prefetto del clero. Il quale afferma che l’unico annuncio affidato al sacerdote è solamente quello di Cristo e della sua Parola. Chi non fa questo ma altro, è da considerarsi un "prete star", asserisce il cardinale, e costoro «pretendendo di parlare a nome della Chiesa, talvolta [...] si discostano palesemente dalla dottrina, e non solo in ambito morale, ma anche di fede. Questo è il segno di uno smarrimento della propria coscienza identitaria, che determina il disorientamento nei fedeli, [...] arrecando un vero e proprio danno all’unità e all’efficacia della comunicazione ecclesiale. Se si considera poi, l’amplificazione che tali "interventi mediatici" hanno, in forza degli strumenti adottati, la responsabilità diviene davvero incalcolabile». Buon esame di coscienza...
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