
03/11/09
Gli Altri
Sul banco del neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani giace la questione delle alleanze. Trattasi di uno dei punti discriminanti dell`agenda politica democratica e soprattutto di netta discontinuità rispetto al partito di prima, Nuovo centro sinistra sì ma niente ritorno al caos dell`Unione, queste le parole d`ordine che animano l`azione politica di Bersani e di chi gli sta intorno. E domenica sera ospite della trasmissione di Fabio Fazio, Bersani ha ribadito che il tema delle alleanze porta con sé «quello di alternativa, che contiene sicuramente il concetto di opposizione. Bersani vede «anche altre forze che serio nella società e non sono in Parlamento, forze politiche, formazioni civiche, ambientaliste, posizioni che possono avere. un rapporto programmatico con noi. Si tratta di riprendere un filo di dialogo, questa fu l`ispirazione del`Ulivo che io vorrei in queste misure riprendere». Il riferimento alle forze di Sinistra e Libertà sembra piuttosto chiaro, ma a togliere ogni argomento a chi vorrebbe vedere in questo approccio una voglia di ritorno ai tempi dell`Unione è arrivato lo stop alle formazioni politiche più radicali: «con altre forze, tipo Rifondazione comunista, non c`e` prospettiva né interesse reciproco». E entrando nello specifico a proposito di ipotetiche alleanze di governo tra Pd e Rifondazione, `Bersani ha parlato chiaro, «nessuno dei due sta, ponendo questo problema». Interpellato da gli Altri su quanto detto da Bersani, Pierluigi Castagnetti, deputato del Pd di origine- popolare e nuovo presidente della Commissione nazionale Codice Etico, ha concordato nella sostanza rilevando come «le alleanze, sia sul piano nazionale sia su quello locale e regionale, debbano essere costruite sull` omogeneità programmatica. Chi non ha interesse - ha aggiunto - a investire il proprio impegno politico nella responsabilità di governo è bene che non dia vita ad alleanze con il Pd. Non è possibile - ha detto Castagnetti - stare in un`alleanza di governo mantenendo la mentalità dell`opposizione. Questo è uno dei problemi della sinistra in Italia. Se Sinistra e Libertà si assume l`onere della responsabilità di governo e sottoscrive il programma sarà certamente una buona notizia per tutti». Opinione parzialmente diversa, invece quella di Vincenzo Vita che interpellato da gli Altri rilancia: «Mi pare eccessivo il no secco a Rifondazione comunista e alla forse involontaria omissione dei Radicali. Per essere ancora più schietto la penso esattamente al contrario di Rutelli, ritengo il Pd ancora troppo poco di sinistra». E i radicali sono subito entrati in maniera decisa nel dibattito sulle alleanze probabilmente in vista del`incontro che avranno con il nuovo leader del Pd nella giornata di domani, per voce del Vice Presidente del Senato Emma Bonino intervenuta a Radio radicale: «Prendo atto che ancora ieri (domenica) Bersani parlando di alleanze ha nominato tutti tranne i Radicali. Magari nell`incontro che avremo Bersani ci smentirà, però nelle sue dichiarazioni pubbliche non si è distinto dai suoi predecessori». Famiano Crucianelli, prima in Sinistra Democratica e oggi di nuovo nel Pd con Bersani, non si è stupito per le dichiarazioni rese dal neoeletto segretario ricordando come fosse stato proprio lui a dire all`inizio della campagna elettorale per le primarie che «la sinistra in Italia è sempre stata pienamente legittimata». Le aperture a Sinistra e Libertà quindi vanno viste come un ritorno ad un «sano realismo», ha detto Crucianelli. «Solo così - ha aggiunto si potrà costruire un`alternativa credibile a Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda Rifondazione comunista, resta per me un oggetto incomprensibile che nulla ha, che vedere con la complessità e la profondità della cultura comunista presente in questo paese» .
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati