
20/04/10
La stampa
Decidere il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo «spetta al consiglio di sorveglianza. Bisogna rispettare lo statuto della banca e non bisogna invadere il campo altrui». Dopo la sfuriata contro il sindaco di Torino, il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti chiude - almeno in apparenza - i contatti con la Compagnia di Sanpaolo, rendendo più difficile la strada del candidato. Lo fa nel giorno in cui incontra anche il ministro del Tesoro Giulio Tremonti. Si tratta del solito pranzo mensile del lunedì che il ministro fa con i banchieri, ma questa volta Guzzetti avrebbe chiesto - e ottenuto - un colloquio a quattr’occhi proprio per affrontare la questione torinese.
Alla Compagnia Guzzetti fa sapere anche che «per quanto mi riguarda fino all’assemblea non parteciperò a nessun incontro» tra grandi azionisti. Affermazioni addolcite un po’ solo in serata: «Confido sempre nella saggezza degli uomini. Se noi e i nostri interlocutori, come io immagino, agiamo con un comportamento eticamente valido, alla fine la saggezza prevarrà e si troveranno le soluzioni più opportune». Sulla stessa linea del presidente Cariplo anche un altro azionista della banca come la Carifirenze. «Dire oggi, come si legge afferma il presidente Michele Gremigni - che la Fondazione Sanpaolo designa Domenico Siniscalco come presidente è una distorsione della realtà dei fatti perché la decisione sarà fatta dal consiglio
di sorveglianza».
Dunque la corsa alla presidenza del consiglio di gestione dell’ex ministro del Tesoro Siniscalco si fa più complicata, anche se i bookmaker lo danno ancora vincente, pure alla luce dell’incontro tra Guzzetti e Tremonti di ieri. E accanto al nome di Siniscalco, almeno in apparenza, prende concretezza l’ipotesi alternativa espressa dalla Compagnia la settimana scorsa: quella del docente della Bocconi Andrea Beltratti. Non a caso ieri, a Torino, Beltratti è stato convocato per un lungo colloquio da Benessia.
Tra i temi affrontati la visione della banca e il suo ruolo nel territorio. Che poi si tratti di una mossa di sostanza o di un semplice gesto dimostrativo del presidente della Compagnia, che viene generalmente considerato sostenitore solo dell’opzione Siniscalco, non è dato sapere.
Quel che è certo è che la rottura tra il presidente della Compagnia torinese e Guzzetti in questo momento appare chiara. Benessia ha avuto mandato dal suo comitato di gestione di verificare su quale dei due candidati alla presidenza espressi da Torino - come stabilivano gli accordi presi al momento della fusione nel 2006 convergano i consensi delle altre Fondazioni. Un mandato che il presidente interpreta nel senso che toccherà a lui fare il giro dei pareri e soprattutto indicare chi Beltratti o Siniscalco - debba essere informalmente proposto al consiglio di sorveglianza. La posizione esplicitata ieri da Guzzetti è ben diversa. Dire che non ci saranno incontri tra Fondazioni prima dell’assemblea del 30 aprile significa che sarà più difficile trovare una sintesi tra le Fondazioni sul nome di un solo candidato; e soprattutto rinviare ogni decisione al consiglio di sorveglianza come lo statuto formalmente richiede - equivale a spogliare Benessia di quel potere.
Una divisione Benessia-Guzzetti, dunque. Ma anche una divisione in seno alla stessa Compagnia, dove proprio sulle nomine è apparso chiaro il dissenso tra il presidente da una parte e i due vicepresidenti - Luca Emmert ed Elsa Fornero - dall’altra. Lunedì prossimo a Torino si terrà sia il consiglio generale sia il comitato di gestione della Compagnia. In quest’ultima sede si discuteranno le deleghe da affidare a Benessia per l’assemblea, compresa quella che dovrebbe portarlo a votare la stessa Fornero come vicepresidente della banca. Sarà l’occasione per nuove tensioni? Non è escluso. Anche perché chi in Compagnia è in disaccordo con il presidente è oggi ancora più convinto di prima che i due candidati siano alla pari e che la gara Beltratti-Siniscalco sia apertissima.
Alla Compagnia Guzzetti fa sapere anche che «per quanto mi riguarda fino all’assemblea non parteciperò a nessun incontro» tra grandi azionisti. Affermazioni addolcite un po’ solo in serata: «Confido sempre nella saggezza degli uomini. Se noi e i nostri interlocutori, come io immagino, agiamo con un comportamento eticamente valido, alla fine la saggezza prevarrà e si troveranno le soluzioni più opportune». Sulla stessa linea del presidente Cariplo anche un altro azionista della banca come la Carifirenze. «Dire oggi, come si legge afferma il presidente Michele Gremigni - che la Fondazione Sanpaolo designa Domenico Siniscalco come presidente è una distorsione della realtà dei fatti perché la decisione sarà fatta dal consiglio
di sorveglianza».
Dunque la corsa alla presidenza del consiglio di gestione dell’ex ministro del Tesoro Siniscalco si fa più complicata, anche se i bookmaker lo danno ancora vincente, pure alla luce dell’incontro tra Guzzetti e Tremonti di ieri. E accanto al nome di Siniscalco, almeno in apparenza, prende concretezza l’ipotesi alternativa espressa dalla Compagnia la settimana scorsa: quella del docente della Bocconi Andrea Beltratti. Non a caso ieri, a Torino, Beltratti è stato convocato per un lungo colloquio da Benessia.
Tra i temi affrontati la visione della banca e il suo ruolo nel territorio. Che poi si tratti di una mossa di sostanza o di un semplice gesto dimostrativo del presidente della Compagnia, che viene generalmente considerato sostenitore solo dell’opzione Siniscalco, non è dato sapere.
Quel che è certo è che la rottura tra il presidente della Compagnia torinese e Guzzetti in questo momento appare chiara. Benessia ha avuto mandato dal suo comitato di gestione di verificare su quale dei due candidati alla presidenza espressi da Torino - come stabilivano gli accordi presi al momento della fusione nel 2006 convergano i consensi delle altre Fondazioni. Un mandato che il presidente interpreta nel senso che toccherà a lui fare il giro dei pareri e soprattutto indicare chi Beltratti o Siniscalco - debba essere informalmente proposto al consiglio di sorveglianza. La posizione esplicitata ieri da Guzzetti è ben diversa. Dire che non ci saranno incontri tra Fondazioni prima dell’assemblea del 30 aprile significa che sarà più difficile trovare una sintesi tra le Fondazioni sul nome di un solo candidato; e soprattutto rinviare ogni decisione al consiglio di sorveglianza come lo statuto formalmente richiede - equivale a spogliare Benessia di quel potere.
Una divisione Benessia-Guzzetti, dunque. Ma anche una divisione in seno alla stessa Compagnia, dove proprio sulle nomine è apparso chiaro il dissenso tra il presidente da una parte e i due vicepresidenti - Luca Emmert ed Elsa Fornero - dall’altra. Lunedì prossimo a Torino si terrà sia il consiglio generale sia il comitato di gestione della Compagnia. In quest’ultima sede si discuteranno le deleghe da affidare a Benessia per l’assemblea, compresa quella che dovrebbe portarlo a votare la stessa Fornero come vicepresidente della banca. Sarà l’occasione per nuove tensioni? Non è escluso. Anche perché chi in Compagnia è in disaccordo con il presidente è oggi ancora più convinto di prima che i due candidati siano alla pari e che la gara Beltratti-Siniscalco sia apertissima.
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