
Mi impediscono di parlare: all'indomani della stangata dell'Agcom contro cinque tg Rai e Mediaset per le interviste al premier di venerdì scorso, Silvio Berlusconi si lamenta con i suoi. Ogni mia parola costa 800 euro di multa, siamo all'assurdo, si sfoga con alcuni deputati del Pdl. E dalla maggioranza parte l'affondo contro il presidente dell'organismo di garanzia, Corrado Calabrò, definito da Fabrizio Cicchitto «non più super partes», mentre Maurizio Gasparri parla di «decisioni arbitrarie e indecenti». Calabrò si difende: niente «valutazioni politiche», ripete. «Abbiamo riscontrato una violazione delle regole e le sanzioni sono automatiche». Il caso sarà oggi sul tavolo del Cda Rai. Il presidente Paolo Garimberti si rammarica: «Il servizio pubblico dovrebbe essere in grado di stare sopra le parti». «Lasciamo che gli italiani giudichino le affermazioni sconsiderate e lunari di Cicchitto», replica dal Pd il segretario Pierluigi Bersani. Ma se l'opposizione fa quadrato attorno all'Autorità, il Pdl apre un nuovo fronte contro il Tg3. Il capogruppo in Vigilanza, Alessio Butti, annuncia un esposto all'Agcom per l'intervento del leader Idv Antonio Di Pietro andato in onda alle 19 il 20 maggio «in aperta violazione» delle regole. Nel duello degli esposti si inseriscono anche i Radicali, con una denuncia alla procura di Roma per le interviste di venerdì scorso. Ma il direttore del Tgl Augusto Minzolini replica con i dati dell'Osservatorio di Pavia della settimana 16-22 maggio: «In tutte le edizioni, il Tg1 ha dedicato il 40,2% a Governo+maggioranza ed il 55,2% all'opposizione». Roberto Zaccaria (Pd) prevede per oggi «una nuova abbuffata di Berlusconi nei tg», annunciando un nuovo ricorso all'Autorità.
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