
Mario Monti ringrazia: quelle di Napolitano sono per il governo «utili indicazioni di lavoro», che spiegano ai cittadini a cosa sono finalizzati gli sforzi richiesti. Il premier telefona al Quirinale dopo il discorso di fine anno del capo dello Stato. Lo fa anche il suo predecessore, Silvio Berlusconi, che esprime il suo apprezzamento per le parole del presidente, e segna così l'ennesima frattura con gli ex alleati della Lega.
«In tutto il discorso c'è un richiamo appassionato all'idea di comunità, al destino comune degli italiani - dice il segretario pd Pier Luigi Bersani - bisogna corrispondere a quel richiamo con giustizia, solidarietà e coraggio». «Il Pd scommetta per intero e senza riserve sull'Italia disegnata da Napolitano», invita il vice Enrico Letta. Il capogruppo democratico alla Camera Franceschini parla di un messaggio che dà speranza e fiducia nel futuro, il presidente del Senato Schifani di un discorso «alto, realista, coraggioso e onesto». Angelino Alfano assicura che il Pdl farà la sua parte. L'ex ministro degli Esteri Frattini fa suo «l'appello alla fiducia, alla stabilità politica e a un'intesa tra i partiti per attuare le riforme istituzionali». Plaudono il presidente della Camera Fini («Gli italiani devono essergli grati»), il leader Udc Casini («La situazione è difficile, ma siamo in buone mani»), l'Idv Antonio Di Pietro, il segretario Cgil Susanna Camusso: «Le sue sono state le parole di un grande presidente». Tutt'altro animo nella Lega: «Sembra il discorso di "Cetto La Qualunque" dice Roberto Calderoli - ricorda la conferenza stampa di Monti, un libro dei sogni con tanti luoghi comuni». E poi - sottolinea - non c'è il federalismo. «Molta retorica e poca sostanza», accusa il capogruppo del Carroccio alla Camera Marco Reguzzoni, mentre Roberto Maroni parla di «un discorso da capo del governo», e ripete: «Bisognava andare al voto».
© 2012 La Repubblica. Tutti i diritti riservati