
07/12/10
L'Opinione delle Libertà
Non è che abbia avuto questa grande risonanza mediatica l’ultimo meeting del popolo viola. A parte qualche flash nei tg con Vendola prezzemolino e Di Pietro immarcescibile, sì è intravisto un Pannella testimoniante col codino, con un occhio placidamente rivolto ai rari microfoni, con l’altro all’interlocutore (ma c’è davvero?) del Pdl in cerca affannosa del 315 più x del 14 dicembre. La notizia non è tuttavia questa, o solo questa. Il punto vero è che stando ai calcoli di qualcuno questo popolo viola (ricordate il suo urlo munchiano: "non firmare" rivolto a Napolitano?) avrebbe alle elezioni un bel due per cento.
Piatto ricco mi ficco, avranno ruminato i vari alleati, senza però chiedersi e chiedere - di questo siamo certi - se quel viola oltre a essere da millenni il simbolo della liturgia cattolica nel periodo della Quaresima, indica a molti di noi un colore che sommato agli slogan contro il regime fascista berlusconiano lanciati per un anno e forse più, rievoca ben altri regimi, ben altri fascismi. Siamo noi che non ricordiamo bene o fra quelle invocazioni urlate c’era pure quell’Intercettateci tutti! che riporta alla memoria prassi e ideologia della Stasi, la violenta polizia segreta della Germania dell’est che, per l’appunto, aveva come compito ideologico di controllare il maggior numero di vite degli altri? La Stasi coi suoi metodi feroci di ricatti e di controlli a strascico provocanti arresti a catena, delazioni, suicidi? Siamo ancora noi che non ricordiamo bene, ma non era sempre quel popolo con quel colore che inneggiava alle manette mentre scatenava la piazza contro le fantasmatiche leggi bavaglio? Chi le ha viste quelle negatrici della libertà? Dove sono finite? Quando mai sono entrate in funzione? E quelle sulle intercettazioni? La aggiornata e ben oliata macchina della disinformatia funziona così: si grida al fascismo e al tiranno e alle leggi soffocatrici della libertà, senza peraltro correre in montagna armi in pugno al canto di "Bella ciao".
Meglio, molto meglio guardare Fabio Fazio al sabato, "Report" e L’Annunziata di domenica, La Sette ogni giorno, Ballarò al mercoledì e Annozero al giovedì, inframmezzate, quanto capita con "Vieni via con me". Una settimana di passione, rivoluzionaria, offerta gentilmente dal regime. In tutta questa aria di rivolta pret – a - porter, in poltrona e in digitale, non dovrebbe sfuggire l’unico caso in cui si può parlare tranquillamente di bavaglio, anzi di proibizione a scrivere. Incredibile ma vero, l’interdizione alla scrittura non ha colpito gli esperti delle character assassination in gran spolvero a sinistra e sulla stampa progressista, nessun giornalista gauchista che pure ne ha dette e scritte di tutti i colori urlando nelle piazze contro il regime del bavaglio, l’ha patito per un giorno. Il bavaglio è stato messo a Vittorio Feltri. Così funziona la macchina della disinformazione: si grida contro il pericolo fascista che non c’è, e infine si trova il modo per far tacere i nemici politici di destra. Geniale, vero? Non si è visto nessuno in quel popolo viola che gli rimordesse la coscienza su un fatto del genere, figuriamoci: dai moralisti un tanto al chilo, dai giacobini da strapazzo nulla del genere può venire. Per Feltri, poi. Come racconta Stefano Lorenzetto nel suo delizioso, godibilissimo e informatissimo "Il Vittorioso", (Marsilio editore), Feltri rimane in assoluto il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé, l’unico capace di trasformare ogni sua avventura professionale (ricordate "Libero"?) in un successo di mercato. Lo stesso Feltri che riuscì a raddoppiare le vendite de Il Giornale dopo che Indro l’aveva lasciato nel 1994".
Il libro è tanto più utile quanto meno rinuncia al scovare angoli, gusti e retroscena di un direttore di giornale, coi suoi dubbi, incertezze e idiosincrasie. Che parla del "Corrierone" coi sui backstage, di Affittopoli, di Boffo e Fini-Tulliani, non risparmia giudizi sui politici e colleghi, ricordando il grande Nino Nutrizio della "Notte" che lo assunse. E la leggendaria Oriana Fallaci che una notte si fece viva con lui dall’aldilà. Un canto di libertà contro i bavagli. Viola.
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