
03/01/11
Il Giornale
Il pontefice massimo Aldo Nove, noto anche come scrittore e autore del recente La vita oscena (Einaudi), ha parlato. Intervistato sull’Unità, con somma modestia e innata pacatezza ha emesso i suoi verdetti. Prendiamo appunti con umiltà. Gli intellettuali? Per essere accettati dalla televisione ormai devono «avere le tette grosse» o gridare «capra, capra, capra senza nessuna relazione con nulla, come fa Vittorio Sgarbi, che ha formato negli anni una sua piccola e innocua scuola di mostri». La televisione, appunto? Normalizza «la complessità del desiderio in un greve flusso quotidiano di tette e ovvietà egocentriche». Eutanasia? «Essere paladini della vita è un’ovvietà che mette la vita in astratto prima dell’individuo e del suo libero rapporto con la propria esistenza. È una forma di fascismo isterico alla Giuliano Ferrara». Berlusconi? « È il vero cancro alla coscienza civile che ci stordisce e umilia. Ma non c’è nessuno che gli si voglia opporre a parte Vendola». Il Partito democratico? «Un errore assoluto a cui si riparerà solo ripartendo dalla storia del comunismo e dalle sue lotte radicali». La proteste nelle piazze degli studenti? «Deboli segnali di antagonismo». «Tette» in effetti Aldo Nove ne ha poche. Per fortuna, in quanto a «ovvietà egocentriche», è messo molto meglio. Si direbbe pronto per la televisione che in effetti, quando ha un libro in promozione, frequenta volentieri.
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